Temi di investimento 2025-Aggiornamento di metà anno

Pubblicato il 20 giugno 2025

All’interno di un vortice Geopolitico

Un contesto economico in radicale cambiamento

Le prospettive di crescita economica globale sono peggiorate dall'inizio del 2025, a seguito dell'insediamento di Donald Trump e del successivo annuncio di dazi sulle importazioni statunitensi. Il contesto di maggior incertezza politica e di volatilità sta avendo un impatto sull’attività economica statunitense e più in generale su quella globale. Sia le famiglie che le imprese faticano a pianificare a lungo termine in queste circostanze, il che sta rallentando consumi e investimenti.

 

 

Guerra tariffaria vs guerra dei capitali

Dall’annuncio di Donald Trump del 2 aprile sui dazi all’importazione, i mercati finanziari hanno faticato a digerire i probabili impatti economici a breve e lungo termine, sia sugli Stati Uniti che sulle economie globali. La volatilità dei mercati azionari, obbligazionari e valutari è aumentata, così come gli indici di incertezza delle politiche economiche statunitensi e globali, considerando che l’aliquota tariffaria media statunitense potrebbe aumentare fino al 28% (secondo lo Yale Budget Lab al 15 aprile, senza considerare i probabili cambiamenti nel comportamento dei consumatori), rispetto a una media di appena il 2,5% prima dell’avvento di Trump 2.0.

Anche dopo le probabili modifiche alle abitudini di consumo negli Stati Uniti al fine di evitare i beni soggetti alle tariffe più elevate, è probabile che l’aliquota tariffaria media si stabilizzi al 18%, la più alta dal 1934. Lo Yale Budget Lab stima che questo aumento delle imposte sui consumi rappresenti una perdita di potere d’acquisto di circa 2.200 dollari per famiglia americana. La crescita del PIL reale statunitense subirebbe quindi una riduzione dell’1,1%, spingendo potenzialmente gli Stati Uniti in una recessione almeno tecnica (due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL) entro la fine dell’anno, con un conseguente aumento della disoccupazione.

L’eccezionalismo statunitense è davvero finito?

Per quasi un secolo, il dollaro statunitense è stata la valuta dominante nelle transazioni finanziarie internazionali. Oggi viene utilizzato per il 90% di tutte le transazioni valutarie in termini di volume e rappresenta ancora il 58% delle riserve valutarie ufficiali delle banche centrali.

Inoltre, i Treasury US hanno rappresentato una riserva di valore preminente, almeno fino ad ora. Tuttavia, vediamo il rischio che le tariffe e le altre misure protezionistiche dell’amministrazione Trump possano minacciare l’egemonia del dollaro statunitense, quantomeno, portando ad un ridimensionamento del suo ruolo globale nei prossimi anni.

Data la volatilità geopolitica scatenata da Trump da gennaio e la pressione esercitata sul presidente della Fed Jerome Powell, lo status di bene privo di rischio dei titoli del Tesoro USA è stato messo in discussione.

Il rimpatrio di capitali esteri dovrebbe continuare a esercitare pressione sul dollaro statunitense rispetto alle principali valute, tra cui euro e yen. Gli investitori internazionali hanno investito massicciamente in attività finanziarie statunitensi per oltre un decennio e attualmente detengono il 18% del mercato azionario e il 33% del debito sovrano. Ora però potrebbero ribilanciare i loro portafogli riducendo/eliminando le attività denominate in dollari.

Tassi di interesse e costi dell’energia più bassi per attutire gli impatti dell’incertezza politica

Le banche centrali di tutto il mondo continuano a ridurre i tassi di interesse di riferimento nel tentativo di contenere il rallentamento economico, mentre i tassi di inflazione di fondo tornano vicini all’obiettivo. Si prevede, che la BCE abbasserà il tasso sui depositi all’1,75% nella seconda metà di quest’anno.

Un secondo fattore di sostegno per l’economia globale è rappresentato dalla riduzione dei costi dell’energia, sia i prezzi del petrolio greggio sia quelli del gas naturale continuano a scendere per l’aumento della produzione globale.

Le dinamiche principali che potranno influenzare l'andamento dell'economia globale e dei mercati finanziari per il resto del 2025 includono: i) La crescita dell'offerta di moneta, indicatore chiave della liquidità macroeconomica ii) Il graduale allentamento dei dazi statunitensi a seguito della conclusione di accordi commerciali bilaterali, che dovrebbe contribuire a ridurre l'incertezza geopolitica e iii) un potenziale “cessate il fuoco” in Ucraina che potrebbe portare a prezzi dell'energia ancora più bassi. 

 

 

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