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Salto Angel: la cascata da record che in Venezuela sembra scendere dal cielo

19 maggio 2022

Può la cascata più alta della Terra essere rimasta celata agli occhi del mondo fino a poco meno di cento anni fa? Si narra che più volte nel corso dei secoli gli esploratori che si avvicinarono alla cascata Salto Angel furono sul punto di scoprire questa meraviglia naturale, ma solo il volo dell’aviatore americano James Crawford Angel viene considerato l'evento risolutivo. Sarebbe interessante ascoltare direttamente da lui il racconto delle sue gesta, di quel 18 novembre del 1933 in cui - in missione in Venezuela alla ricerca di minerali preziosi - sorvolò con il proprio idrovolante il cuore della Foresta Amazzonica.

Tra le pallide nubi che coprivano il cielo, oltre la vasta distesa di alberi, svettava l’altopiano Auyantepui da cui precipitava nel vuoto un’enorme cascata, tanto in alto che lo sguardo non riusciva a seguirne il salto. Gli indigeni la chiamavano "Parakupa-vena" o "Kerepakupai merú" (che in lingua pemòn significano rispettivamente “la caduta dal punto più alto” e “la cascata del luogo più profondo”), ma il nome di quel capolavoro geologico cambiò per sempre, in onore dell’uomo che la scoprì. Con la loro altezza di poco meno di 1.000 metri, le Salto Angel o Angel Falls sono quasi venti volte più grandi delle cascate del Niagara, e sono custodi dei numerosi tentativi da parte dell’uomo di scoprire tutti i loro misteri.

Come il mondo scoprì la cascata Salto Angel 

Il primo volo sopra la cascata non bastò: Jimmie Angel non ebbe modo di osservarle da vicino. Ma il profilo della montagna che la ospitava e l’altezza spaventosa del suo salto gli rimase in mente per anni. Quando nel 1937 riportò in Venezuela il proprio fedele Flamingo, l’aereo che guidava all’epoca, Angel era preparato e accompagnato da un piccolo equipaggio. Riuscì ad atterrare con qualche difficoltà proprio sulla cima dell’Ayuantepui, nel punto in cui il torrente Río Kerepacupai Merú si gettava nel vuoto per finire nel Churùn, affluente del fiume Carrao. L’aereo sbatté il muso contro il terreno e le sue ruote si bloccarono nel terreno fangoso, costringendo l’equipaggio ad allontanarsi a piedi in un’escursione complessa che durò undici giorni, prima di trovare tracce di civiltà umana. Il Flamingo semidistrutto - rinominato in seguito "El Rìo Caronì"- rimase lì fino al 1970, quando fu recuperato, riassemblato ed esposto fuori dall’aeroporto di Ciudad Bolìvar, dove oggi accoglie i turisti in visita in Venezuela.

Situata nel Parque Nacional de Canaima, alta in tutto 979 metri, la Salto Angel precipita nel fiume senza interruzione per 807 metri, prima di infrangersi sulle rocce con un boato assordante. Guardandola è impossibile non rimanere a bocca aperta di fronte alla potenza della sua acque, alimentata in parte dal fiume da cui si origina e in parte proveniente dalle abbondanti precipitazioni che caratterizzano la zona e che riempiono le fenditure della roccia. L’altezza mozzafiato del suo salto fa sì che durante le giornate più secche un po’ di quell'acqua addirittura evapori prima di toccare terra.

Bellissima da guardare e affascinante da studiare, la cascata Salto Angel è un tesoro protetto dal governo venezuelano sin dal 1962 e nel 1994 è stata dichiarata sito Patrimonio dell’Unesco. Oggi è un'ambitissima meta turistica, un traguardo che però fa un po' storcere il naso agli autoctoni. Chi vive nella zona da molte generazioni, rivendica l'anima indigena di questa cascata, auspicando che prima o poi venga ribattezzata con uno dei nomi in lingua pemòn, in onore delle loro origini.

L'inavvicinabile cascata della “Montagna del diavolo”

Sia la cascata che il monte che la custodisce sono infatti da sempre considerati sacri dalle popolazioni indigene del luogo, che guardano all’altopiano con un misto di stupore, rispetto e timore. Il monte è uno dei numerosi tepui della zona (letteralmente “casa degli spiriti” o “casa degli dei”), anche se curiosamente il termine Auyantepui - antico nome dell'altopiano - significa “Montagna del diavolo”. Questo "diavolo" non ha nulla a che vedere con la figura malvagia della tradizione cristiana, ma rappresenta un'entità soprannaturale distruttiva comune a molte religioni, tra cui il culto praticato dalle tribù locali, che credevano nella presenza di spiriti benigni e spiriti maligni. Le leggende popolari narrano che nella zona della cascata dimorino proprio questi ultimi, in grado di gettare influssi negativi. Si pensa che sia stato il diavolo stesso a far infuriare l'acqua del fiume, che ora cade quasi rabbiosamente dalla cima della montagna.

Eppure queste credenze non hanno mai fermato i numerosi esploratori ed escursionisti che hanno fatto delle cascata Salto Angel la meta perfetta per le loro avventure. Scalare l’Auyantepui però è un'impresa molto ardua: l'acqua scende a picco lungo una parete di roccia verticale, umida e scivolosa. Tra gli avventurosi che ce l'hanno fatta, figurano gli esploratori della dalla National Geographic Society, protagonisti nel 1949 di una spedizione straordinaria. Come raccontato da Ruth Robertson in Jungle Journey to the World's Highest Waterfall, gli esperti condussero le indagini che ufficializzarono i dati relativi alla cascata, ufficializzando al mondo la rilevanza dei suoi record.

Oggi, invece di tentare una complessa scalata lungo la parete a strapiombo della Montagna del Diavolo, i turisti possono contare su diversi pacchetti messi a disposizione dalle agenzie turistiche. È possibile sorvolare semplicemente la zona, per osservare ciò che Jimmie Angel vide dal suo Flamingo, oppure tentare una spedizione più completa, fatta di volo e viaggio su un battello lungo il fiume.

Se oggi è possibile studiare e visitare questa meraviglia, è soprattutto merito della sfrontata missione di James Angel. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1956 a causa di una polmonite, la moglie, i figli e alcuni amici sparsero le sue ceneri sulle acque della cascata, permettendogli di diventare parte dello spettacolo naturalistico che ancora oggi onora il suo nome, la sua curiosità e il suo coraggio.

Credits

Cover: Angel Falls, Venezuela, Clay Gilliland. Distributed under the CC BY-SA 2.0 license on Flickr

Immagine interna 1: Salto del Angel, Erik Cleves Kristensen. Distributed under the CC BY 2.0 license on Flickr

Immagine interna 2: Angel Falls, Dimitrio Lewis. Distributed under the CC BY-SA 2.0 license on Flickr

Immagine interna 3: SaltoAngel6, Paulo Capiotti. Distributed under the  Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic license via Wikimedia

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