Avete mai sentito parlare di “Arcologia”? Un parola che unisce due termini, Architettura ed Ecologia. Fu coniata da Paolo Soleri (1919-2013), atipico architetto, artista, scrittore, scultore e urbanista torinese che ha passato la vita ad immaginare mondi utopici, sognando una città perfetta che mira a ritrovare un legame con la natura e con il luogo stesso. Dopo la laurea al Politecnico di Torino nel 1946, Soleri ha frequentato per due anni il grande Frank Lloyd Wright (1867-1959), prima a Taliesin West, a Scottsdale in Arizona, poi a Taliesin East, nel Wisconsin.
Un incontro, quello con Wright e con i suoi laboratori di architettura organica, oggi patrimonio mondiale dell'Unesco, che ha lasciato in Soleri un segno profondo e irreversibile. Al punto che il giovane architetto si è trasferito in Arizona, eleggendola a la sua nuova patria. Ed è lì, a circa 100 chilometri da Phoenix, che ha realizzato il suo grande progetto, avviato negli anni '70 e ancora in evoluzione: Cosanti, che, fino al 2013 è stata la sua abitazione, e Arcosanti, città ideale per 5mila abitanti, dove le auto sono bandite e le distanze si misurano in minuti di cammino.
Acerrimo nemico della macchina, critico nei confronti del consumismo e pionere della bioarchitettura, Paolo Soleri in tutti i suoi progetti ha immaginato habitat a bassissimo impatto ambientale, pensati per una società antimaterialista. Per tutta la vita ha continuato ad approfondire le idee di Wright circa gli sviluppi urbanistici delle città del futuro, focalizzandosi sullo spreco delle risorse, sul risanamento del territorio, sull'eliminazione del trasporto privato a favore di quello pubblico e sul maggior uso di biblioteche e luoghi ricreativi.
Spinto da questi principi di un’economia circolare ante litteram, negli anni '60 si inventò quel termine, ancora oggi in voga per la sua attualità, che metteva insieme le sue due più grandi passioni: l'architettura e l'ecologia. L'arcologia rappresenta, infatti, in primis un ideale abitativo: Soleri ha immaginato iperstrutture ad alta densità di popolazione, autosufficienti e in grado di minimizzare il loro impatto ambientale.
Le sue utopie prevedevano infatti ambienti capaci di soddisfare tutti i bisogni energetici della comunità (per luce, riscaldamento e condizionamento) esaltando al tempo stesso le relazioni sociali e la vicinanza della natura, utile anche per facilitare l’agricoltura e quindi la distribuzione del cibo.
La sua aspirazione, rimasta una costante nel suo lavoro di architetto-artigiano, era creare una città che fosse un vero e proprio organismo vivente, in totale simbiosi con il cosmo.
Come il termine "arcologia", anche Cosanti è una combinazione di due parole italiane,"cosa" e "anti", che si traduce come "contro le cose". A Cosanti furono sperimentati per la prima volta molti principi - pratici, costruttivi e teorici - del concetto di arcologia che Soleri stava sviluppando.
Cosanti è stato infatti lo studio e la residenza di Paolo Soleri fino alla morte. Situata a Paradise Valley, è ora un sito storico aperto al pubblico, la scuola-cantiere in cui ancora oggi studenti dell’Università dell’Arizona tentano un approccio di vita comunitaria, costruendo un ambiente sperimentale ed ecologico, autofinanziato da oggetti artigianali realizzati in ceramica e venduti in loco.
Questa avveniristica creazione è caratterizzata da paesaggi terrazzati, strutture sperimentali in cemento armato, terra e campane a vento scultoree. Molte di queste sono in parte sotterranee o ipogee per aumentarne l'isolamento e regolare la temperatura interna tutto l'anno. Come l'originale Earth House, la prima struttura costruita a Cosanti, costituita da un tetto in calcestruzzo gettato in terra con un lucernario.
Per ottimizzare i consumi, Soleri qui ha progettato e realizzato ambienti - incluso un dormitorio per studenti, studi all'aperto, uno spazio per spettacoli, una piscina, un negozio, la sua casa - come sequenze di absidi in terra esposte a sud. Un modo per rendere le strutture stesse dei collettori di energia passiva, capaci di raccogliere luce e calore in inverno e schermare dal caldo in estate.
Cosanti non è mai diventata davvero la prima di una serie di città arcologiche, come avrebbe voluto Soleri, ma certo con i suoi caratteristici domes ha ispirato generazioni di progettisti e registi. Negli anni Settanta, per esempio, un giovane George Lucas passò di qui, prendendo ispirazione per le ambientazioni di due pianeti della saga di Star Wars, Ewok e Tatooine, luogo di nascita di Anakin e Luke Skywalker.
In questa sequenza di parole che si uniscono, la sintesi tra arcologia e Cosanti ha dato vita ad Arcosanti. Questo luogo ideale, nato dalla volontà visionaria di Soleri, esiste a metà strada tra Phoenix e il Grand Canyon. Un luogo nel bel mezzo del deserto, raggiungibile solo dopo aver percorso una quasi infinita strada sterrata rossiccia.
Arcosanti è la perfetta concretizzazione di un’utopia architettonica, in cui è la concezione stessa di città ad essere messa in discussione. Si tratta infatti di un prototipo sperimentale, autosufficiente e in continua evoluzione, in cui oggi vivono circa 100 persone, anche se era stata immaginata per contenerne fino a 5mila.
Iniziata nel 1970, e nonostante il contributo di centinaia di volontari, Arcosanti vede realizzarsi una piccolissima percentuale dell’intero progetto inizialmente immaginato dell’architetto. Principalmente per mancanza di fondi e manodopera, sono state infatti costruite solo il 4 per cento delle strutture previste. Ma basta questo campione per riflettere i fondamenti delle linee guida di un’architettura a misura d’uomo, contrapposta alle grandi metropoli, ai loro grattacieli e alle loro periferie degradate.
Un laboratorio dove la sostenibilità è anche un veicolo di coesione sociale. La vita ad Arcosanti prevede infatti che tutti gli abitanti possano trovare la loro dimensione, combinando lavoro utile per la comunità e ricerca per sé, rendendo possibile un equilibrio tra individualità e collettività. Un andamento lento, in sintonia con le relazioni umane e il ritmo naturale.
Architettonicamente, Arcosanti è un insieme libero di cupole, semicupole, forme colorate e strutture terrazzate che escono dal terreno semidesertico. Urbanisticamente, invece, ricorda alcuni agglomerati mediterranei o i villaggi degli indiani d'America, con le unità abitative raccolte attorno ad uno spazio centrale comune dove si svolgono le attività, circondate da aree destinate alla ricreazione e all’agricoltura, al lavoro e al riposo.
Cosanti e Arcosanti rappresentano nell'immaginario collettivo quell'incessante lavoro che mette al centro i temi dell’ecologia, della vita comunitaria, l’etica sociale e il sovraffollamento globale. Temi ancora oggi attualissimi che hanno reso la figura di Paolo Soleri una delle più misteriose e ammirate nel mondo dell'architettura del Novecento. E le sue città ideali una meta di pellegrinaggio per appassionati sognatori di tutto il mondo.
Credits: Tutte le immagini presenti nell'articolo sono state gentilmente concesse da Cosanti Foundation
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