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Architettura & Design
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ETFE mania: la plastica più leggera, trasparente e durevole del vetro che sta rivoluzionando l’architettura

18 giugno 2021

Il settore dell’edilizia è costantemente alla ricerca di soluzioni tecnologiche che permettano di realizzare progetti sempre più funzionali e sostenibili per l’ambiente. Un avanzamento legato non esclusivamente alla scoperta di nuovi materiali ma, in alcuni casi, alla rivalutazione di vecchie tecniche, oppure di composti sviluppati in passato e valorizzati in epoca recente proprio grazie a una nuova consapevolezza. Caso emblematico è quello dell’ETFE, una sigla che sta per etilene tetrafluoroetilene, negli ultimi anni utilizzato sempre più di frequente per le grandi opere architettoniche.

Nel corso degli anni, l’ETFE è diventato uno dei prodotti più apprezzati dagli architetti di tutto il mondo per le sue innumerevoli proprietà. Per esempio se messo a confronto con il suo più antico “cugino”, il vetro, l’ETFE risulta più efficiente, leggero e resistente pur mantenendo un’elevata trasparenza e traslucenza. Caratteristiche che permettono un maggior passaggio di luce e, al tempo stesso, un’elevata protezione dai raggi UV. Inoltre è ignifugo ed elastico, adatto a sopportare meglio condizioni climatiche estreme e disastri naturali garantendo una durata di almeno 30 anni. Si tratta poi di un materiale decisamente più eco friendly, non viene considerato una plastica potenzialmente pericolosa perché nel processo di fabbricazione non vengono utilizzati solventi tossici e risulta 100% riciclabile. A tal proposito grazie alla sua leggerezza può contare su bassi consumi energetici per quanto riguarda sia il ciclo produttivo che il trasporto.

La scoperta dell’ETFE è tutt’altro che recente. È avvenuta per caso nel 1938, quando il chimico Roy J.Plunkett la notò nell’ambito delle sue ricerche sul tetrafluoroetene. Si accorse dapprima di questo nuovo polimero all’interno di una bombola occlusa per errore e, in seguito all’incidente la brevettò. All’inizio degli anni ‘40 i primi utilizzi furono esclusivamente in ambito militare. Ci vollero circa 40 anni, ovvero fino all’inizio degli anni ‘80, perché l’ingegnere tedesco Stefan Lehnert si rendesse conto delle potenzialità nel settore edile. Insieme all’architetto Ben Morris, fondò la Vector Foiltec per realizzare e mettere in commercio il Texlo ETFE. Un’evoluzione composta da un sistema multistrato di fogli in etilene tetrafluoroetilene, separati tra loro da uno strato di aria che conferisce maggiori proprietà isolanti e dà loro il caratteristico aspetto a “cuscinetto”.

Qualche decennio dopo, abbiamo assistito a un’ulteriore innovazione: la possibilità di inserire dei pannelli fotovoltaici flessibili all’interno dei cuscinetti del polimero, come progettato dalla società AWM di Monaco di Baviera per la realizzazione del carport della città.

Nella capitale bavarese è possibile trovare un altro dei maggiori esempi dell’uso di ETFE, l’Allianz Arena di Monaco di Baviera, sede dei campioni tedeschi del Bayern Monaco,  rivestito esternamente da 2.874 pannelli di questo speciale polimero. Gli appassionati di calcio sapranno che si trova anche in Italia, all’esterno dell’Allianz Stadium di Torino, impianto che ospita le partite casalinghe della Juventus. Rimanendo in ambito sportivo ma spostandosi oltreoceano, l’ETFE ricopre anche il tetto del Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, luogo in cui si svolgono i match degli Atlanta Falcons, la squadra locale di Football Americano, e dell’Atlanta United della Major League Soccer.

L’ETFE riveste anche alcuni importanti edifici istituzionali in Italia e nel mondo tra cui, solo per citarne alcuni, il cortile del cosiddetto Pirellone, dove si trovano gli uffici della Regione Lombardia, e l’ambasciata degli Stati Uniti a Londra. Probabilmente però il luogo più iconico dov’è stato utilizzato questo materiale dalle proprietà straordinarie è in Cina, più precisamente nel Centro acquatico nazionale della capitale Pechino. Il Water Cube, come è più comunemente conosciuto, è stato costruito per le Olimpiadi del 2008 e, con oltre 100mila metri quadri di rivestimento, rappresenta ad oggi l’edificio con la maggiore superficie composta di ETFE.

L’ETFE rappresenta in conclusione proprio la direzione in cui intende muoversi il settore dell’edilizia. Un materiale che tenga conto della sostenibilità ambientale ma che rappresenti anche una possibilità tangibile di progettare opere dall’alto profilo estetico e funzionale.

Credits

In cover lo stadio di Monaco di Baviera. Distributed under Public Domain Attribution CC-BY-SA-4.0 via Wikimedia

Immagine interna 1 distributed under Public Domain Attribution CC-BY-SA-4.0 via Wikimedia

Immagine interna 2 via Flickr Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-NC-ND 2.0)

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