La Nakagin Capsule Tower di Tokyo è stata a lungo uno dei principali esempi di architettura metabolista, figlia di quel movimento nato in Giappone negli anni '60 che - come si legge nel Manifesto del gruppo fondatore- postulava "la società umana come un processo di sviluppo cosmico" poiché "progettazione e tecnologia non sono nient'altro che estensioni del potere vitale dell'uomo".
A partire dal 12 aprile però, dopo cinquant'anni esatti di onorata carriera, la torre progettata da Kisho Kurokawa (1934 -2007) e completata nel 1972 in appena un mese, è stata demolita. Anzi, smontata per l'esattezza. La maggior parte delle 140 unità abitative di cui è composta verranno, infatti, esposte in installazioni museali oppure conservate e rigenerate per diventare second-hand house. Il giusto epilogo per questa icona dell'architettura del XXI secolo.
Della demolizione della Nakagin Capsule Tower se ne discute dal 2007, quando divenne chiaro che gli sforzi di restauro e i costi di manutenzione di ciascuna capsula iniziavano ad essere proibitivi. Nonostante le numerose petizioni mondiali lanciate da allora, l'incompatibilità con le attuali norme antisismiche giapponesi ha posto fine alla lunga storia della torre.
Una storia durata più del previsto, in realtà. Le capsule infatti furono inizialmente progettate per essere sostituite dopo 25 anni, poiché si pensava che le strutture che ospitavano la crescita della popolazione avessero una vita limitata, destinate a essere spostate secondo necessità. Eppure, per mezzo secolo, le capsule non si sono mai allontanate dalla loro posizione originale e nessun'altra torre simile è mai stata costruita per riceverle.
Situata nel quartiere Shimbashi, vicino Ginza, la Nakagin Capsule Tower era composta da moduli scatolari prefabbricati di circa 10 mq, adibiti a residenze e studi, agganciati a due torri di servizio di 11 e 13 piani. Nel 1972, le 140 unità, costruite ad Osaka, sono state trasportate a Tokyo via camion e montate in circa tre ore per ogni capsula.
I moduli venivano impilati e posizionati sfalsati, costruendo un profilo simile a quello di un albero i cui rami si irradiano in direzioni differenti. Nelle intenzioni di Kurokawa infatti la Nakagin Tower doveva avere una disposizione asimmetrica e una struttura alveolare dinamica per crescere organicamente all'ambiente urbano. Per queste sue peculiarità, la torre ha rappresentato per 50 anni il fiore all'occhiello del Movimento Metabolista.
Il Metabolismo fu un movimento d’avanguardia avviato da alcuni architetti giapponesi alla World Design Conference del 1960. Tra questi, oltre a Kisho Kurokawa – allievo del famoso Kenzo Tange con cui si era laureato alla Tokyo University – Kiyonori Kikutake, anticipatore delle teorie del gruppo con la sua Sky House, Fumihiko Maki, premio Pritzker nel 1993, Masato Otaka, architetto di noti musei giapponesi, e il critico Noburu Kawazoe.
I principi del Movimento Metabolista ruotavano attorno alle idee di impermanenza e cambiamento, per cui i progetti dovevano ispirarsi ai processi naturali. La parola "metabolismo" si riferiva, infatti, al ciclo di mantenimento delle cellule viventi, unico modello a cui tendere. I giovani architetti giapponesi, chiamati a dire la loro sulla ricostruzione delle città, usarono questa parola immaginando una struttura urbana duttile e mutevole.
Credevano, infatti, che le città non fossero entità statiche, ma elementi in continua evoluzione, organismi con un loro personale metabolismo che coinvolgeva gli edifici che le componevano. A questo proposito, nel 1959 all'interno del saggio Dall'età della Macchina all'età della vita, Kurokawa scriveva: "Pensavo che l'architettura non fosse un'arte permanente, qualcosa che si completa e si fissa, ma piuttosto qualcosa che cresce verso il futuro, si amplia, si rinnova e si sviluppa". Qualche anno dopo, con la Nakagin Capsule Tower di Tokyo, avrebbe portato questi concetti alla loro massima espressione.
Ancora adesso, dopo cinquant'anni e nonostante sia stata demolita, la torre di Nakagin continua a celebrare lo spirito adattivo, trasformista e green proprio del Movimento Metabolista. Con l'operazione di smontaggio, la sua estetica frattale trova infatti una nuova definizione.
In perfetto stile metabolista, alcune delle capsule - comparse in diversi film, come The Wolverine - diventeranno second-hand house acquistabili da privati; altre capsule porteranno nel mondo il verbo di quegli avanguardisti che sognavano di ricostruire il Giappone seguendo una via diversa da tutte quelle fino ad allora immaginate. Una di queste, per esempio, è già stata esposta al Museo di arte moderna Saitama, altro edificio progettato da Kisho Kurokawa nel 1982.
E non mancano le richieste da parte di istituzioni di altri Paesi, come Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia. Un modo intelligente per far sì che la Nakagin Capsule Tower e lo spirito che ha rappresentato continuino a vivere.
Credits:
Cover: Nakagin Tower. Image by Denys Nevozhai, distributed under an Unsplash license via Unsplash.
Immagine interna 1: Nakagin Tower, dettaglio del coronamento. Image by Daryan Shamkhali, distributed under an Unsplash license via Unsplash.
Immagine interna 2: Nakagin Tower. Image by scarletgreen, distributed under a CC0 1.0 license via Wikimedia.
Immagine interna 3: Nakagin capsule tower, Chūō-ku, Japan. Image distributed under a CC0 license via Rawpixel.
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