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Ada Coleman: la prima barlady del cocktail bar inglese più glamour dei “ruggenti anni ’20”

01 giugno 2021

Sono passati più di cinquant’anni dalla morte di Ada Coleman ma, se ci si siede ai tavoli dell’Hotel Savoy di Londra, è impossibile non avvertire la sua presenza. Dopotutto il più famoso cocktail bar britannico e la sua prima barmanager, imprescindibilmente uniti, fanno parte dell’iconico immaginario dei Roaring Twenties inglesi. Un’epoca e soprattutto un settore, quello dei cocktail bar, che all’inizio del Novecento era dominato dagli uomini e che Ada Coleman, con la sua incredibile determinazione, è riuscita a sovvertire, scrivendo alcune delle più belle pagine della storia della mixology.

La sua carriera inizia al Claridge’s di Londra, è il 1899 e Ada Coleman prepara il suo primo drink, un Manhattan, sotto la guida del responsabile vini. In pochissimo tempo Ada mostra le sue eccelse capacità e al Claridge’s capiscono che la ragazza ha tutte le carte in regola per diventare una grandissima bartender. Ma Ada Coleman non è una che si accontenta e nel 1903 sbarca nientemeno che al Savoy dove, con estrema risolutezza, prende il timone del cocktail bar diventando la prima capo bartender donna della storia. Gestirà il locale per oltre vent’anni.

Grazie alla guida della Coleman, il Savoy diventa un tempio del mixologism, un luogo sicuro in cui rifugiarsi davanti un cocktail, certi di affidarsi alle mani e alla mente più rivoluzionari del settore. Per questo non è inusuale trovare seduti ai suoi tavoli personaggi dal calibro di Marlene Dietrich, Charlie Chaplin, Mark Twain, o addirittura membri della casa Reale, oltre a migliaia di londinesi affascinati tanto dai drink quanto dall’atmosfera ruggente del locale. E alla folla britannica si aggiunge quella degli americani, disposti ad attraversare l’oceano e a lasciare il loro Paese (nel quale vigeva un duro proibizionismo) pur di raggiungere il Regno Unito e la libertà glamour del Savoy.

Ed è proprio grazie a un suo cliente famoso, l’attore Charles Hawtrey, che Ada Coleman, ormai per tutti “Coley”, crea il suo biglietto da visita: l’Hanky Panky.

La stessa Coleman dice in un’intervista: “Il compianto Charles Hawtrey era uno dei migliori giudici di cocktail che abbia mai conosciuto. Con lui ho passato ore a sperimentare miscele finché non riuscivo a realizzare un nuovo drink. Una sera gli proposi di provare una mia nuova creazione. La bevve e alla fine esclamò: per Giove, questo è un Hanky Panky”.

Il termine non ha una vera e propria traduzione letterale, è più un gioco di parole che rimanda a un tranello, a uno scherzo. Si potrebbe intendere come: “sì, mi hai proprio fregato”.  E in effetti è impossibile non restare “fregati” dal suo gusto: un cocktail dolce ma allo stesso tempo connotato da una piacevole nota amara. La ricetta originaria prevedeva una miscela di pochi e semplici ingredienti: gin, vermouth rosso e qualche goccia di Fernet Branca. Il resto era lasciato al genio, alla perizia e al tocco magico di Ada Coleman.

Il nuovo cocktail è un trionfo e continua a essere tutt’oggi. Il successore di Ada Coleman al Savoy, Harry Craddock, lo inserirà nel suo libro “The Savoy Cocktail Book”, attribuendone ogni merito a Coley. Ma questa sarà l’unica ricetta di Ada a essere trascritta nel libro. L’ingresso di Craddock al Savoy segna una frattura nella storia professionale della bartender e la fine della sua carriera. Nel 1925 il Savoy annuncia il ritiro della “regina dei cocktail” e affida la guida del locale proprio al nuovo arrivato.

Una leggenda che circola tra gli storici vuole che la Coleman venisse relegata al negozio di fiori dell’hotel. Una leggenda appunto, fin troppo triste per volerci credere ma abbastanza cruda da pensare che sia vera. Fatto sta che la sua stella si offuscò, impotente davanti a un sistema in cui la parità di genere era un miraggio. Nonostante questo la sua arte continua a vivere anche dopo la sua morte avvenuta nel 1966 all’età di 91 anni, quando una nuova generazione di barladies iniziava a raccogliere la sua immensa eredità.

Cover via pagina Facebook @FairmontSavoy

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