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Maria Montessori ci ha insegnato che per cambiare la società bisogna partire dall’educazione

19 novembre 2020
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Quando il 6 gennaio 1907 Maria Montessori aprì a Roma la prima Casa dei Bambini aveva già alle spalle sette anni di studio per sviluppare nuove modalità di insegnamento, grazie all’esperienza come condirettrice di un istituto per bimbi con necessità speciali. I risultati erano stati così stupefacenti da richiamare l’attenzione di molti esperti: i ragazzini da lei seguiti avevano infatti raggiunto risultati scolastici che sembravano impossibili e la curiosità nel vederla lavorare con bambini senza alcuna disabilità aveva iniziato a crescere. Nel libro Il segreto dell’infanzia Maria Montessori annotò in seguito come considerasse quella scuola inaugurata nel giorno dell’Epifania del 1907 una sorta di laboratorio per nuovi approcci pedagogici. “In quel giorno non c’era altro che una cinquantina di bimbetti poverissimi, rozzi e timidi nell’aspetto, molti piangenti; quasi tutti figli di analfabeti, i quali erano affidati alle mie cure”.

La Casa dei Bambini sorgeva in un quartiere allora molto povero del centro di Roma: San Lorenzo era uno dei luoghi più difficili della città, con un alto tasso di povertà, mortalità infantile e pessime condizioni igienico-sanitarie. La stessa Montessori in La scoperta del bambino ricorda che il quartiere era nato nel giro di quattro anni alla fine dell’Ottocento: in quel periodo si era costruito tantissimo ma, una volta terminate le sovvenzioni statali, il quartiere era stato abbandonato con gli edifici in gran parte incompleti e in poco tempo ridotti a ricoveri di fortuna per le famiglie meno abbienti.

Quando accettò di dirigere la Casa dei Bambini, Montessori era però la persona giusta per aprire una scuola in quella zona: come evidenzia la dottoressa specializzata nella didattica montessoriana Elena Dompè, da primo medico donna Montessori aveva vissuto “lo studio e la ricerca scientifici anche come impegno in progetti di emancipazione umana, di liberazione dal pregiudizio, per un progetto di società aperta, includente, di individui liberi”.

In breve l'esperimento romano si rivelò un grande successo e i metodi rivoluzionari di Montessori vennero replicati anche in altre Case dei Bambini. Nel 1909 Montessori  riassunse i risultati di quell’esperienza ne Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini, che diventò di fatto una sorta di manuale di istruzioni per chiunque volesse adottare le sue metodologie.

Montessori non faceva altro che capovolgere la struttura del modello classico di insegnamento, focalizzando la buona riuscita del processo di apprendimento sul bambino e non sulla maestra. Nel contesto montessoriano i docenti continuavano a esistere, ma diventavano più simili a guide per facilitare l’organizzazione degli alunni, senza però dare imposizioni. Uno dei motti di Montessori era infatti “Liberate il potenziale dei bambini, con esso trasformerete il mondo”. In quest’ottica, i bimbi dovevano rendersi subito in qualche modo indipendenti e trovare la libertà di educare se stessi anche attraverso attività come cucinare, fare le pulizie e vestirsi da soli. Per Montessori andava superata l’idea di un bambino obbligatoriamente “illogico e disordinato” per sostituirla con quella di un individuo in grado di gestire i propri spazi se posto all’interno di un ambiente adeguato. L’arredamento costituiva infatti una parte importante nella costruzione di questo luogo adatto allo sviluppo e  crescita del bimbo, in quanto si riteneva che  la prima educazione avvenisse tramite il rapporto con le cose. La dottoressa sviluppò una pratica didattica specifica per i diversi tipi di sensorialità: visiva, uditiva, tattile, della temperatura, olfattiva e gustativa proprio perché il suo obiettivo era sviluppare negli alunni un’immaginazione costruttiva, che attraverso i sensi e i movimenti li aiutasse a muoversi il prima possibile nella realtà del mondo. La “pedagogia positiva” promossa dal metodo, che valorizzava l’importanza della libera attività e dell’autoeducazione, fece in breve tempo proseliti e venne introdotta nelle scuole di tutto il mondo. Montessori divenne famosa e apprezzata a livello internazionale, al punto da essere definita al suo arrivo negli Stati Uniti nel 1913 “The most interesting woman of Europe” dal New York Tribune.

Una così alta considerazione non era solo merito del suo rivoluzionario approccio pedagogico. Maria Montessori era anche un'attiva sostenitrice delle battaglie per l’emancipazione femminile, per il riconoscimento dei diritti delle persone con deficit, dei poveri e degli sfruttati e, dopo essere diventata il primo medico donna in Italia, si impegnò in diverse battaglie anche attraverso prese di posizione pubbliche. Il primo di questi interventi si tenne nel 1896, proprio nell'anno della sua laurea in medicina – terza donna in Italia – con specializzazione in neuropsichiatria all’Università La Sapienza di Roma. Durante il Congresso Internazionale delle Donne di Berlino, Montessori si espresse come rappresentante ufficiale dell’Italia a sostegno del diritto femminile all’educazione, sicura che l’emancipazione delle donne fosse un fattore necessario per contrastare il processo di “degenerazione antropologica” che rischiava di travolgere la medicina, e invitò tutti i presenti a battersi contro la disparità salariale esistente tra uomini e donne.

Dal marzo dello stesso anno, Montessori era  attiva anche nel gruppo fondatore della Associazione Femminile di Roma che, tra le molte iniziative, si proponeva di avvicinare le donne al mondo della scienza. Nel 1899 partecipò di nuovo al Congresso Internazionale Femminile di Londra, intervenendo sul lavoro minorile e sulle condizioni di lavoro delle maestre. Nel 1906, poco prima di dirigere la prima Casa dei Bambini, si espose per la causa suffragista firmando a nome della Società Pensiero e Azione un proclama pubblicato il 26 febbraio sul quotidiano La Vita. C’era scritto: “Donne tutte sorgete! Il vostro primo dovere in questo momento sociale è di chiedere il voto politico”. Un appello che in Italia porterà al suffragio femminile dopo una battaglia durata altri 40 anni.

In successive conferenze affermò anche che “la ‘nuova donna’ si sposerà e avrà figli per scelta, non perché il matrimonio e la maternità le saranno imposte”. Lo predisse anche in un intervento del 1908 al Congresso nazionale delle donne a Roma, dove il tema era “la morale sessuale nell’educazione”. In quell’occasione Montessori aggiunse che il tema della generazione della vita doveva essere parte del programma scolastico per permettere alla donna di comprendere meglio la sfera sessuale ed emanciparsi dalla “schiavitù morale” dell’epoca. L’appello evidenziava l’urgenza di promuovere il modello di una “donna nuova” che con il proprio lavoro partecipava al progresso sociale e contribuiva al benessere comune al pari dell’uomo.

Nonostante le battaglie sostenute da Maria Montessori affinché le donne avessero pari diritto all’istruzione, alla formazione, alla conoscenza e al lavoro, il raggiungimento di un’effettiva parità rimane ancora oggi lontano in gran parte del Pianeta, divario ancora più grave quando si analizza nello specifico il campo medico e scientifico. Un recente studio dell’American Association of University Women ha dimostrato come le donne rappresentino negli Stati Uniti appena il 28% di chi lavora nei campi riuniti sotto l’acronimo STEM: Science, “scienza”, Technology, “tecnologia”, Engineering, “ingegneria”, e Maths, “matematica”. In Italia, nel 2019, le donne rappresentavano il 37% del totale degli iscritti alla Facoltà universitarie STEM, contro una media europea del 32.

Nel 1950, presentando la nuova edizione de Il Metodo della Pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini con il nuovo titolo La scoperta del bambino, l’autrice concluse l’introduzione scrivendo: “L’umanità può sperare in una soluzione dei suoi problemi, fra cui i più urgenti sono quelli di pace e unità, soltanto volgendo la propria attenzione e le proprie energie alla scoperta del bambino e allo sviluppo della personalità umana in corso di formazione”. Montessori resta ancora oggi una figura tanto innovativa quanto poliedrica, che ha dedicato tutta la sua esistenza  allo studio, alla ricerca, al miglioramento dell’intera società con l’educazione e la tutela di questo diritto umano fondamentale e universale, con la certezza di poter costruire solo con questa un mondo dove le parole pace e uguaglianza non siano solo degli ideali.

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