Letture
8 minuti
Food & Wine
Food & Wine

Il tè matcha più pregiato ha oltre 600 anni e si trova a Uji, piccola perla del Giappone

04 aprile 2022

Da anni il tè matcha mantiene saldo il suo status di trend, in parte grazie al suo sapore erbaceo molto particolare, in parte perché possiede ottime proprietà organolettiche. Ricco di sostanze antiossidanti e di vitamine, il tè verde giapponese per eccellenza viene considerato un anti-age naturale, con capacità energizzanti e drenanti.

Eppure, le varietà di questa bevanda non sono tutte uguali; il matcha più pregiato al mondo, per esempio, ha un colore verde particolarmente brillante, l'aroma erbaceo e i sentori terrosi - tipici di questo tè verde - sono eccezionalmente intensi e avvolgenti. Si chiama matcha Uji e per sorseggiarlo a km 0 bisogna raggiungere l'omonima cittadina del Giappone, nella periferia rurale di Kyoto.

Uji è certamente caratteristica per il suo aspetto agreste, ma è ricca di arte e cultura: grazie ai suoi templi buddisti, ai santuari scintoisti e alla sua storia plurimillenaria, la città nel 1994 è stata inclusa nella lista dei patrimoni Unesco, e vanta un corposo turismo letterario, perché è l'ambientazione di alcuni capitoli del fortunato romanzo Genji monogatari, scritto nell'XI secolo dalla poetessa e scrittrice Murasaki Shikibudella. Gli appassionati di quello che è considerato uno dei capolavori della letteratura giapponese si mescolano con gli ancora più numerosi cultori del tè tra le viuzze ricche di storici negozi del piccolo centro e i grandi campi che circondano la cittadina.

La natura circostante fornisce tutti gli elementi per la coltivazione degli alberi. Dal vicino fiume Uji sale una nebbia sottile che dona alle piante il giusto grado di umidità, mentre i piccoli monti che circondano la cittadina garantiscono il mantenimento di temperature miti. Inoltre, risulta indispensabile proteggere le piante di tè dalla luce del sole, per garantire l'integrità delle proprietà delle foglie nel tempo. Parliamo infatti di piante antichissime - la più longeva a Uji vanta un'età di ben 600 anni - delle quali è previsto l'utilizzo di ogni foglia nella sua interezza, in un processo sostenibile che è variato pochissimo nei suoi secoli di storia.

L'origine del tè matcha risale XII secolo e, curiosamente, non è giapponese. Fu un monaco buddista, Eisai Myoan, a portare con sé in Giappone le prime foglie e i primi semi di matcha dopo una lunga permanenza in Cina. E insieme alla pianta, importò in patria l'usanza stessa di bere il tè - allora ancora inesistente in Giappone - e la sua associazione alla meditazione e alla pratica spirituale.

Il protagonista di un’antichissima tradizione spirituale

Quando Eisai (1141-1215) arrivò in Cina, assimilò le nozioni del Buddhismo Chán (ossia lo Zen), che gli permise di iniziare la definizione della corrente Rinzai Zen, incorporandola al tradizionale Buddhismo giapponese. Gli insegnamenti Rinzai - perfezionati da altri monaci dopo la morte di Eisai - prevedevano una rigida disciplina meditativa, per il raggiungimento dell'illuminazione.

Un processo che, secondo il monaco, poteva essere agevolato dalle proprietà benefiche del tè, come riportò anche nel trattato, Kissa Yōjōki, che promosse fortemente la diffusione della bevanda in Giappone. In breve tempo, i nobili giapponesi la resero la protagonista di banchetti e momenti di convivialità, mentre nei templi zen il tè entrò a far parte del rituale del sarei, durante il quale i monaci si riunivano per assumerlo in diversi momenti del giorno e condividere così un momento di comunione. Ritenevano infatti che bere tutti insieme la stessa bevanda avrebbe unito i loro spiriti.

In seguito, altri monaci perfezionarono il rituale: in questa occasione il maestro di cerimonia omaggia i commensali tramite la preparazione del tè, che avviene con strumenti tradizionali. La cerimonia avviene in una stanza dedicata - alla quale i partecipanti accedono solo dopo essersi lavati le mani - e si suddivide in tre fasi: un pasto leggero, detto kaiseki, la preparazione di un tè più denso, il koicha, e infine la preparazione di un tè più leggero, l'usucha. Quando l'ospite serve il tè, ruota la tazza per tre volte sul palmo della propria mano, in modo da fronteggiare il disegno che decora il suo interno. Chi beve il tè invece, ruota la tazza in modo da non posare le labbra in prossimità della decorazione. Ogni gesto è studiato nel minimo dettaglio. 

Uji, tempio del tè matcha più pregiato

Oggi, in Occidente, il consumo del matcha va ben oltre le pratiche spirituali e le occasioni di festa; gli esperti di tè suggeriscono di assumerlo quotidianamente - la dose consigliata è di due tazze al giorno - per godere dei benefici antiossidanti e anti-invecchiamento della bevanda venduta in polvere.

Eppure, in Giappone l'aspetto culturale legato al consumo di tè si è preservato nel tempo e Uji ne rappresenta un baluardo. In questo piccolo centro della periferia di Kyoto, i turisti vengono da tutto il mondo per passeggiare tra i negozi di matcha, alcuni dei quali originali del periodo Muromachi (metà XIV-metà XVI circa), e per assistere alle manifestazioni locali di cui è protagonista.

Primo fra tutti, l’Uji Tea Festival, evento cittadino che si svolge una delle domeniche d'ottobre e che intende rendere omaggio tanto alla bevanda quanto a colui che ne è considerato il padre inventore. La cerimonia inizia con l'estrazione dell'acqua dal fiume Uji, che viene poi solennemente versata nel vaso cerimoniale del tè. Il contenitore viene poi presentato al tempio Koshoji, di fronte all'effigie del Buddha.

Il Koshoji è solo uno dei numerosi templi antichi che donano bellezza e autenticità al luogo. Il più noto è il tempio di Byodo-in, sito patrimonio dell'umanità UNESCO, ritenuto un esempio lampante dell’architettura buddista della “Terra Pura” (Jodo). Il tempo è uno dei Monumenti storici dell'antica Kyoto e, in particolare, conserva tesori nazionali come la Sala della Fenice, l'edifico principale, chiamato così poiché il tetto somiglia a una fenice con le ali spiegate, e la bellissima statua di Buddha Amida, posta al suo interno.

Il Byodo-in non è un tempio buddista funzionante in senso stretto - non ospita una comunità monastica residente né una congregazione attiva - ma è meta di migliaia di turisti da tutto il mondo, che accoglie a prescindere dal credo. Inoltre, ha un'importanza tale per il retaggio culturale del Paese da essere inciso sul retro delle monete da 10 yen. Una perla con oltre mille anni di storia che contribuisce al fascino di questa pittoresca ed elegante cittadina del Giappone meridionale.

Credits:

Cover: Il tempio di Byodo-in, simbolo di Uji. Image by Puneet Abbott, distributed under a CC-BY-2.0 license via Wikimedia.

Immagine 1: il tè matcha in foglia, polvere e bevanda. Image by dungthuyvunguyen, distributed under a Pixabay license via Pixabay.

Immagine 2: La cittadina sul fiume di Uji. Image by Murdey, distributed under a CC BY-NC 2.0 license via Flickr.

Immagine 3: Un negozietto di tè matcha a Uji. Image by Peter Vierthaler, distributed under a CC BY-NC 2.0 license via Flickr.

Immagine 4: Dipinto del XII secolo che ritrae Eisai Myoan, di autore anonimo. Image by univie.ac.at, distributed under a CC-PD-Mark license via Wikimedia.

Immagine 5: Il tempio di Byodo-in. Image by Jean-Pierre Dalbéra, distributed under a CC BY 2.0 license via Flickr.

argomenti trattati

Vuoi informazioni sulla nostra consulenza e sui nostri servizi?

Naviga il sito e vedi tutti i contenuti di tuo interesse