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La bottiglia di vino di Napoleone che è ancora bevibile dopo due secoli

31 maggio 2022

Nel 1811, l'Inghilterra leggeva il popolare Ragione e Sentimento di Jane Austen e trovava citato, in una scena, un vino eccezionale non solo per qualità, ma per estimatori: monarchi, nobili, alte cariche dell'esercito. Ecco cosa dice uno dei personaggi del romanzo - la facoltosa signora Jennings - sul “vino di Napoleone”.

“Mi sono appena ricordata di avere in casa un po' di un vecchio vino di Constantia, della migliore qualità mai assaggiata [...]. Il mio povero marito! Quanto gli piaceva!”

Prodotto in Sudafrica e, come facilmente deducibile dall'appellativo, particolarmente apprezzato da Napoleone Bonaparte - che se ne faceva spedire delle bottiglie a Sant’Elena, per alleggerire il proprio esilio - questo vino veniva considerato pregiato già alla fine del Settecento. Oggi, a distanza di più di 200 anni, è ancora bevibile e viene considerato uno dei vini più longevi di sempre, tanto da essere stato battuto all’asta per 30.000 dollari. Una vera e propria leggenda del settore enogastronomico.

Il vino di Napoleone, un must have per l’élite

Nel 1815, dopo la disfatta a Waterloo, Napoleone venne mandato in esilio presso l’isola-prigione di Sant’Elena, nel villaggio di Longwood, assieme a un manipolo di ufficiali del suo esercito. Malgrado in quegli anni fosse tenuto d'occhio dagli inglesi e, in particolare, dal generale Hudson Lowe - governatore dell'isola di indole rigida e severa, come ricorda l'aristocratico Emmanuel de Las Cases ne Il Memoriale di Sant'Elena - Napoleone trascorse l’esilio con una discreta libertà, presso la sua nuova casa di campagna, la Longwood House.

Tra le principali difficoltà della permanenza c'era la fastidiosa esposizione della tenuta ai venti che sferzavano l'isola, il ferreo controllo sugli spostamenti e il divieto di intrattenere corrispondenza con chiunque non fosse un familiare, ma Napoleone ebbe modo di affiancare gli impegni quotidiani a un'attività da lui molto apprezzata: degustare i propri vini preferiti. E la varietà prodotta dalle uve di Moscato di Frontignan era tra questi, come evidenzia Napoleone a S. Elena di Walter Scott, nel quale vengono riportati alcuni frammenti dei memoriali del generale.

Non importava che la produzione si concentrasse nel lontano Sudafrica (per la precisione nella Valle di Constantia); Napoleone per ben sei anni, fino alla sua morte nel 1821, si assicurò che le bottiglie raggiungessero l’isola, come si può leggere anche nel saggio L'assassinio di Napoleone, di Ben Weider e David Hapgood. L’ultimo ordine però non fu mai stappato dal generale, già deceduto, e fu quindi rivenduto. Dodici bottiglie del prezioso carico sono arrivate fino a noi e a un'asta del 2021 in cui una di esse ha acquisito un nuovo proprietario, per 30.000 dollari.

Napoleone Bonaparte non fu però il primo ad amare questo vino, come già il romanzo di Jane Austen - precedente all'esilio del generale - testimonia. Tra la fine del Settecento e l’inizio dell'Ottocento, il frutto dei vigneti di Costantia era già ritenuto un prodotto di grande pregio, apprezzato da politici, sovrani e grandi condottieri. Lo sorseggiava molto volentieri la Regina di Francia Maria Antonietta, lo degustava Federico il Grande di Prussia, ne decantava il gusto corposo il presidente George Washington e non mancava di accompagnarsene anche Re Giorgio III.

Una leggenda alla conquista del mercato e dei collezionisti

Prodotto ancora oggi esclusivamente nei pressi di Città del Capo, il cosiddetto "vino di Napoleone" era quindi un grande tra i grandi, dolce ma dalla personalità grintosa. A distanza di secoli, gli esperti oggi apprezzano soprattutto la longevità e la rarità dei suoi esemplari più antichi. Se le dodici bottiglie sopravvissute potessero parlare, chissà quali avventure narrerebbero: viaggi, passaggi di mano illustri, spostamenti pericolosi ed eventi che potevano rischiare di non farle arrivare intatte fino a noi.

Tuttavia, dal punto di vista gustativo, la bottiglia di vino di Napoleone porta molto bene i suoi 200 anni d’età e conserva quasi del tutto inalterate le proprie caratteristiche. Ad assicurarsi che il prodotto fosse ancora in buone condizioni dopo tutto questo tempo è stata un’indagine del 2019, durante la quale una bottiglia è stata stappata, controllata e infine ritappata.

E per quanto sia incredibile pensare di sorseggiare un vero e proprio pezzo d’arte, il vino è, come detto, ancora bevibile. Viene da domandarsi quindi quale uso ne farà il facoltoso acquirente inglese che si è aggiudicato una di queste rare bottiglie per 30.000 dollari a un’asta organizzata da Christie’s.


Credits

Cover: Image distributed under a CC0 Public Domain license via PxHere.

Immagine interna 1: L'imperatore Napoleone nel suo studio alle Tuileries, dipinto da Jacques Louis David. Image distributed under a CC-PD-Mark license via Wikimedia.

Immagine interna 2: Grand Constance and other wines. Image by stevepb, distributed under the Pixabay license via Pixabay.

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