Articoli
7 minuti
Good News
Good News

Per la prima volta l’asta di Christie’s sarà disponibile online e contemporaneamente in tutto il mondo

10 luglio 2020
autore:

Oggi Christie’s, la più grande casa d’aste al mondo, entra nel futuro delle vendite con “ONE: A Global Sale of the 20th Century”, un nuovo format completamente online che mira a creare una piattaforma di vendita adattabile, inclusiva e coinvolgente, rivolta ai collezionisti a livello globale.

Di questa asta digitale sono protagonisti arte e design, dall’Impressionismo al moderno fino al contemporaneo. Grazie alla tecnologia streaming, è possibile partecipare all’evento in tempo reale attraverso i fusi orari di quattro dei principali centri del mondo dell’arte: Hong Kong, Parigi, Londra e New York. Le quattro “sessioni” previste nelle quattro sedi di vendita sono gestite consecutivamente a staffetta andando a comporre una vendita unica che prende il via la sera a Hong Kong, per poi spostarsi nel primo pomeriggio a Parigi e poi a Londra, e per concludersi, infine, a metà mattinata a New York. In questo modo ogni luogo può restituire l’emozione della vendita serale di gala offrendo al contempo l’accessibilità della piattaforma online.

Si tratta della prima asta di questo tipo in stile relay-style e che di fatto va a sostituire la vendita serale “20th Century” di New York precedentemente prevista per la settimana del 22 giugno. Ogni città, inoltre, ospita un’esposizione pubblica pre-asta alla quale si può partecipare in presenza o, per quanti non potranno essere sul posto, a distanza, grazie a un’innovativa mostra virtuale visitabile sul canale online di Christie’s, e a una campagna di marketing digitale che permette una connessione con il pubblico globale.

In questo evento sono molteplici le opere bandite all’asta per la prima volta,  capolavori tra i quali, nel gruppo venduto a New York, c’è anche Les femmes d’Alger (version ‘F’) di Pablo Picasso (dal valore stimato che si aggira intorno ai 25 milioni di dollari), opera datata 17 gennaio 1955, dipinta quando l’artista aveva 73 anni. Il dipinto, considerato probabilmente il suo più grande successo nei decenni che seguirono la seconda guerra mondiale, fa parte della rinomata serie di quindici tele basate sul capolavoro Les femmes d’Alger di Eugène Delacroix, opera che affascinava Picasso da decenni. Secondo le memorie della sua ex amante, Françoise Gilot, infatti, Picasso avrebbe visitato il Louvre ogni mese solo per fissarlo. La versione F si caratterizza per il suo colore brillante, la complessità spaziale e la forza compositiva, rappresentando un ponte verso le opere successive dell’artista.

Accanto a Picasso sempre nella Grande Mela anche un capolavoro italiano mai esposto al pubblico. Si tratta di Concetto Spaziale, Attesa di Lucio Fontana, realizzato nel 1966 e stimato tra i 7 e i 10 milioni di dollari. Tra i sei più grandi dipinti a taglio singolo dell’artista (è alto ben 160 cm) si caratterizza per la superficie rossa trafitta da un’unica incisione verticale che simboleggia una porta per l’ignoto: “Quando mi siedo per contemplare uno dei miei tagli”, spiegò Fontana “sento subito un allargamento dello spirito, mi sento come un uomo liberato dalle catene della materia, un uomo tutt’uno con l’immensità del presente e del futuro”.

Sempre a New York e sempre all’asta per la prima volta anche due capolavori della Pop Art: Nude with Joyous Painting di Roy Lichtenstein (stimato intorno ai 30 milioni di dollari) ed Annie di Ed Ruscha (stimato tra i 20 e i 30 milioni di dollari).

Nude with Joyous Painting fu dipinto da Lichtenstein nel 1994 e appartiene a un’importante collezione privata americana. Si tratta dell’ultima grande serie di nudi che l’artista statunitense ha iniziato nel 1993 e continuato fino alla sua morte, avvenuta nel 1997, e segna anche il ritorno alle eroine dei fumetti che lo hanno reso famoso nei primi anni Sessanta.

Annie di Ed Ruscha è, invece, del 1962 ed è considerato a tutti gli effetti un dipinto rivoluzionario perché costituito esclusivamente dal testo, ovvero dal nome proprio “Annie”. Alto quasi due metri questo dipinto è ispirato all’omonima eroina di Little Orphan Annie, il fumetto americano nato dalla matita di Harold Gray nel 1924. “Ogni parola ha una sua temperatura,” sosteneva Ruscha “e quando le parole raggiungono un certo grado di calore, mi attraggono”. Questa sua concezione dell’arte è visibile proprio in questa tela che è divisa in due: nella metà inferiore un unico colore, un blu intenso, mentre in quella superiore, la parola “Annie” è resa utilizzando un rosso brillante su uno sfondo giallo oro con un contorno nero che permette al testo di staccarsi dandogli profondità. L’opera si colloca saldamente nella Pop Art ma a differenza di Roy Lichtenstein che riprodusse i personaggi dei cartoni animati come Popeye e Mickey Mouse, l’interesse di Ruscha per la stessa Annie è quasi inesistente. La ragazza è infatti assente dalla sua composizione perché la sua attenzione è tutta sulla forma tipografica usata, ovvero il cosiddetto font, per scrivere il suo nome.

Ad aprire l’evento a Hong Kong è invece il drammatico capolavoro di Zao Wou-Ki 21.10.63 (la cui stima si attesta intorno ai 10 milioni di dollari). Con i suoi due metri di altezza questa opera d’arte è il più grande dipinto rosso del cosiddetto “periodo degli uragani” ed è un esempio inconfondibile della potenza e del virtuosismo di Zao durante il momento più energico della sua carriera. Con le sue vivaci tonalità di nero, crema e vermiglio, 21.10.63 è una monumentale celebrazione della vita, della vitalità e delle forze naturali che hanno ispirato e alimentato questa sua fase artistica: “Non è facile essere liberi,” affermò Zao all’epoca. “Ognuno di noi è legato alla propria tradizione, io lo sono a due,” riferendosi alle tradizioni europea e cinese che condizionavano il suo lavoro frutto di una sintesi tra arte occidentale e orientale.

Queste opere d’arte testimoniano di come “ONE: A Global Sale of the 20th Century” offra una soluzione di mercato al passo con i tempi perché, come sostiene Alex Rotter, presidente della sezione Post-War and Contemporary Art, “Christie’s sta riconfigurando il modo in cui interagiamo con gli oggetti e il modo in cui li presentiamo ai collezionisti e al mondo in generale”.  Un ibrido dunque ma anche un mezzo contemporaneo utile a creare una nuova potenziale clientela del mercato dell’arte nell’epoca contemporanea.

Articolo di Patrizia Vitrugno

Vuoi informazioni sulla nostra consulenza e sui nostri servizi?

Naviga il sito e vedi tutti i contenuti di tuo interesse