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Presto le fragranze luxury più famose del mondo verranno realizzate con emissioni di CO2 riciclato

10 giugno 2021

L’arte della profumeria è tanto affascinante quanto complessa e presuppone conoscenze chimiche e botaniche molto approfondite. Dare vita a un’essenza a partire da componenti vegetali è assai impegnativo e prevede tecniche di estrazione basate principalmente sulla spremitura a freddo, sull’estrazione con solventi e sulla distillazione. Ognuna di queste pratiche comporta vantaggi e svantaggi che dipendono dalle proprietà chimiche, fisiche e biologiche della sostanza organica da cui si vuole ottenere il profumo.

Tuttavia, queste metodiche non sono più considerate sostenibili sulla base dei dodici principi della chimica green redatti dall’American Chemical Society, che fanno emergere gli inconvenienti legati all’elevato dispendio energetico, di acqua e al loro complessivo impatto ambientale. Queste pratiche sono anche indirettamente responsabili della deforestazione, attuata per far posto alle piantagioni di canna da zucchero dalle quali si estrae l’etanolo (alcool etilico), uno tra i tanti solventi fondamentali per l’estrazione delle fragranze.

La sfida di una crescita economica che tenga conto della sostenibilità ambientale sta diventando sempre più centrale in tutti i settori, anche in quello della cosmesi. Recentemente si è quindi sviluppata una nuova tecnologia in grado di sostituire l’etanolo con la CO2, ovvero l’anidride carbonica, una sostanza gassosa economica e facilmente reperibile, presente in quantità nella nostra atmosfera a causa dell’inquinamento.

La sostituzione avverrebbe attraverso lo sfruttamento del processo SFE (Supercritical Fuild Extraction) che, portando la sostanza a temperatura e pressione estremamente alte, permetterebbe alla CO2 di simulare la funzione dell’etanolo nella solubilizzazione delle fragranze. Oltre ad essere una soluzione più ecologica, perché ridurrebbe le emissioni nocive, si tratta persino di un’alternativa profittevole in quanto l’anidride carbonica può essere riutilizzata nel processo attraverso la re-pressurizzazione, tagliando i costi rispetto alle tecniche tradizionali.

Questo è quanto previsto dalla svolta annunciata da Coty, colosso mondiale del beauty business, che ha reso pubblico il progetto lanciato in collaborazione con LanzaTech. L’obiettivo: rendere la produzione di profumi e fragranze a impatto zero per l’ambiente. Come rivelato dai vertici di Coty, la partnership con LanzaTech, società di biotecnologia attiva nel recupero di emissioni industriali già premiata nell’ambito della competizione Sustainable Brands Innovation Open, permetterà di fare a meno dell’etanolo necessario nei processi di produzione dei profumi, sostituendolo con l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera. In altre parole, entro il 2023 (deadline ufficializzata dal comunicato stampa delle due aziende) l’inquinamento prodotto dalle industrie potrebbe essere riciclato e diventare una componente fondamentale per la realizzazione delle fragranze da distribuire sul mercato. E una volta messa a punto una procedura del genere, la rivoluzione verde potrebbe investire altre compagnie operanti nel settore.

La tecnologia che permetterà di sostituire l’etanolo con la CO2 rientra pienamente nell’idea di sustainable chemistry. Un concetto nato all’inizio degli anni ‘90 ma ufficializzato dall’EPA (Environmental Protection Agency) solamente nel 1998. Lo scopo della sustainable chemistry è di concentrarsi sull’impatto ambientale della chimica attraverso l’ottimizzazione del consumo energetico dei processi, il riciclaggio sia del materiale grezzo che dei suoi prodotti, la riduzione della produzione dei rifiuti, l’abbassamento dell’impatto sulla salute e sull’ambiente e, infine, di ridurre la produzione di sostanze tossiche e pericolose.

Una tecnica simile ha il potenziale per essere applicata non solo alla cosmesi ma anche nell’industria farmaceutica e alimentare. I diversi aspetti innovativi del programma promosso dalla cooperazione Coty-LanzaTech, sarebbero in grado di avere un forte impatto anche su altri settori che potrebbero approfittare dei progressi tecnologici per immettere all’interno dei processi produttivi componenti derivanti dal riciclo di carbonio. Sicuramente una buona notizia per i sostenitori della green economy, con la speranza che questa innovazione aumenti l’attenzione per l’impatto ambientale nei cicli produttivi che riguardano i beni di largo consumo.

Cover via cosmeticsdesign-europe.com

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