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Negli anni Novanta, il Clock of the Long Now venne esposto per la prima volta al Museo della Scienza di Londra: si trattava del primo prototipo funzionante dell’orologio che l’inventore e scienziato statunitense Danny Hillis aveva ideato nel 1986. Hilis aveva immaginato un enorme dispositivo che scandisse l’ora ininterrottamente per diecimila anni, diventando in questo modo un promemoria simbolico per l’intera umanità. Nella mente del suo creatore l’orologio avrebbe rappresentato un monito continuo a pensare al futuro del Pianeta e dei suoi abitanti. Con un occhio al futuro più remoto, Hillis ha anche fondato la Long Now Foundation, che prendeva il nome proprio dal suo progetto più ambizioso, ossia l’orologio Long Now con una batteria in grado di resistere ai secoli.
Oggi il sogno di Hilis sta per diventare realtà: il suo monumento al tempo sarà alto 152 metri e ticchetterà solo una volta all’anno, mentre un’altra lancetta si muoverà unicamente alla fine di ciascun secolo. Inoltre, allo scoccare dei mille anni un cucù uscirà dal suo scomparto eseguendo una melodia diversa per ogni sua apparizione. Perché tutto funzioni sarà fondamentale l’apporto dei visitatori – che produrranno parte dell’energia necessaria ad alimentare l’orologio – e soprattutto l’aiuto di uno speciale carico appeso a uno degli ingranaggi: un cilindro di grafite che convertirà l’energia termica data dal sole in energia meccanica. L’opera sarà completata da “stanze dell’anniversario", contenenti ognuna un'animazione meccanica diversa: la prima sarà attivata tra dieci anni ed è già stata sviluppata, anche se rimane ancora top-secret. Alle successive che si vedranno rispettivamente tra cento, mille e diecimila anni penseranno per forza di cose i posteri.
Se un’idea simile sta per concretizzarsi non è solo merito della perseveranza del professor Hillis. Anche gli sceneggiatori Kevin Kelly e Stewart Brand si sono buttati nell’impresa investendo i loro capitali insieme al musicista Brian Eno e soprattutto al patron di Amazon Jeff Bezos, che ha finanziato l’opera con 42 milioni di dollari. Quando ne parlò in pubblico per la prima volta era il 2011 e lo presentò facendo notare che “nel corso della vita dell'orologio è probabile che gli Stati Uniti scompariranno, intere civiltà nasceranno e altre cadranno, saranno inventati nuovi sistemi di governo e avremo un mondo che non riusciamo neppure a immaginare”.
Bezos è talmente coinvolto in questa impresa da aver permesso la costruzione dell’orologio in un'area di sua proprietà in Texas, all’interno di una montagna della Sierra Diablo a diverse ore di auto dall'aeroporto più vicino. Visitare l’orologio non sarà insomma la cosa più semplice del mondo, anche perché verrà protetto da una serie di porte in acciaio, raggiungibili solo dopo aver percorso un dislivello di circa seicento metri.
È comunque presto per pensarci dato che non è ancora stata resa nota la data in cui il Clock of the Long Now verrà terminato. Nell’attesa si può visitare il suo sito, da cui prenotare una visita o contribuire per accelerare i tempi di completamento dell’impresa.
Ciò che è certo è che la costruzione dell’orologio dei diecimila anni è ormai iniziata. A darne l’annuncio su Twitter è stato proprio Jeff Bezos, allegando anche un video: “L’installazione è iniziata: alta 152 metri, interamente meccanica e alimentata da cicli termici giorno-notte, sincronizzati con il mezzogiorno solare”. Nel suo tweet il magnate ha anche evidenziato come l’orologio sia stato ideato con l’ambizione di diventare “un simbolo per il pensiero a lungo termine”. Un pensiero che deve essere, stando alla mission della Long Now Foundation: “più lento e migliore”, per riuscire a soppiantare quello “veloce e di convenienza” che si è imposto negli ultimi decenni.
Subito dopo l’annuncio online dell’inizio dei lavori è nato un sito ad hoc creato per aggiornare gli interessati sui passi avanti compiuti nel terminare questo cronometro dell’eternità. Mai come in questo frangente è il caso di di dire che ormai sia solo questione di tempo.
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