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10 brani per conoscere St. Vincent, l’erede di David Bowie

06 maggio 2021

Eclettica, originale ed estremamente talentuosa: ecco questi gli aggettivi migliori per descrivere St. Vincent, la musicista nata da una piccola nicchia che in pochissimo tempo è riuscita a scalare le classifiche di tutto il mondo, approdando addirittura ai Grammy Awards.

St. Vincent, al secolo Annie Clark, nasce a Tulsa in Oklahoma il 28 Settembre 1982 e si avvicina alla chitarra da bambina. Nel 2003 abbandona gli studi all’università e inizia a dedicarsi completamente alla sua carriera di musicista, entrando nel gruppo alternative Polyphonic Spree.

Nel 2006 collabora con il chitarrista Surfjan Stevens per poi dare il via alla sua carriera da solista con il nome di St. Vincent, che per lei è il “luogo dove la poesia muore”, poiché il poeta Dylan Thomas decedette proprio all’ospedale di St. Vincent. Fin dal suo primo album, la musicista ottenne delle critiche grandemente positive, tanto da essere paragonata stilisticamente ad artisti del calibro di David Bowie.

La sua vita privata è risultata altrettanto movimentata. Nel 2015, dichiarò di avere un relazione con la celebre top model e attrice spesso definita dai media “l’erede ribelle di Kate Moss”, Cara Delevingne. Le due si separeranno in concomitanza con l’uscita del suo album Masseducation e St. Vincent instaurerà in seguito una relazione con l’attrice Kristen Stewart.

Il 14 maggio uscirà il suo sesto album, Daddy’s Home, che come ha dichiarato la stessa artista sarà “una raccolta di storie sul sentirsi a terra in giro per le strade di New York City. I tacchi della notte scorsa sul treno del mattino. Il trucco di tre giorni prima ancora sul viso”. Ma per chi ancora non dovesse conoscere questa talentuosa artista, ecco i suoi migliori 10 brani da ascoltare per immergersi nel suo mondo distopico e avanguardista

1  “Digital Witness”, da “St Vincent” (2014)

“Digital Witness” è il secondo brano con cui è stato lanciato l’omonimo album “St. Vincent” nel 2014, che ha fornito una svolta decisiva alla carriera della polistrumentista. Da questa traccia era già possibile capire l’enorme valore dell’album che in pochissimo tempo è riuscito a scalare moltissime classifiche arrivando infine al Grammy per Best Alternative Music. Il testo e il video, tra riferimenti alla schiavitù dei social, scenari pseudo distopici e look bowieani, faranno da apripista all’approccio dadaista, ormai divenuto un marchio contraddistintivo della cantante. Con il suo ritmo squisitamente pop, “Digital Witness” è un brano che deve essere cantato e ballato già dal primo ascolto.

2 “Birth In Reverse”, da “St Vincent” (2014)

Il quarto album pubblicato nel 2014 suscitò lo stupore di molti, dato che conteneva al suo interno più suoni elettronici rispetto ai precedenti lavori, mettendo in risalto la capacità di St. Vincent di essere stilisticamente poliedrica. “Birth in Reverse” è stato proprio il brano con cui la cantante ha dimostrato le sue capacità compositive e creative, dando un ulteriore slancio alla sua carriera.

3 ” Cheerleader”, da “Strange Mercy”, (2011)

La vita, per una ragazza (soprattutto per una non convenzionale) non è mai facile: ecco che St. Vincent, nel video diretto da Hiro Murai, diventa un’enorme e gigantesca opera d’arte di Ron Mueck che la rappresenta per quello che davvero è: un’artista che occupa uno spazio immenso nel panorama musicale, grazie alla sua capacità di essere contemporaneamente lucida e al di sopra delle regole, attaccata ai fondamentali trovando sempre il modo di introdurre una vena estremamente innovativa in tutto quello che fa.

4 “The Apocalypse Song”, da “Marry Me” (2007)

Già a partire dal suo esordio, St. Vincent mostra a pieno la sua bravura, che raggiunge dei livelli inimmaginabili e considerati alieni. Questo emerge con potenza nell’album “Marry Me”. Il brano “The Apocalypse Song” è in grado di smuovere i sentimenti con le melodie barocche, morbide e irrequiete. Richiama artisti importanti dal calibro di Björk, PJ Harvey, Tori Amos, Joanna Newsom e Kate Bush, ma differenziandosi completamente dal loro estro.

5 “Your Lips Are Red” da “Marry Me” (2007)

In questo brano è possibile apprezzare l’enorme cultura musicale di St. Vincent. Un disordine da cui nasce un tormento sensuale, che sfiora l’erotico, un tornado di eros che non diventa mai volgare. Con la sua voce monotona rende il tutto più vicino a un’esperienza onirica anziché alla dichiarazione del proprio amore, giocando con la propria sensualità.

6 “Save Me from What I Want”, da “Actor” (2009)

Con “Actor”, il suo secondo album, Ann Erin Clark grida al mondo di cosa è fatta ma soprattutto cosa sarà capace di fare della sua creatività. Con “Save Me from What I Want” il mondo immaginifico di St. Vincent inizia ad addensarsi in una forma sonora accecante e l’artista chiede di essere salvata ma, in realtà, quello è solo l’inizio di un percorso che la porterà ad ottenere tutto ciò che vorrà.

7 “Who”, da “Love This Giant” (2012)

In questo album, è possibile ritrovare dei passaggi fondamentali dell’evoluzione artistica della cantante, lanciato proprio con il singolo “Who”. Questo brano si contraddistingue per avere al suo interno un pop obliquo, elegante e allo stesso tempo ricco di elementi barocchi.

8  “Masseduction“, da “Masseduction” (2017)

Un brano che porta lo stesso nome dell’album di appartenenza, dove al genio di St. Vincent si affiancano John Congleton e Jack Antonoff. I tre danno vita ad un pezzo contraddistinto da un pop sintetico e mutante, dove dominano i colori accesi e forti, facendo parlare molto di sé e aprendo nuove strade ad Annie Clark.

9  “Surgeon”, da “Strange Mercy” (2011)

Senza ombra di dubbio, St. Vincent è una delle chitarriste più talentuose e capaci dell’ultimo decennio, e per apprezzare le sue doti è sufficiente ascoltare brani come “Surgeon”, in cui si può godere del magistrale gioco di dita e delle eccelse armonie vocali.

10  “Landmines”, da “Marry Me” (2007)

Contenuto nel suo primo album “Marry Me”, è d’obbligo citare anche “Landmines”, un brano in cui, in soli cinque minuti, viene mostrato e reso esplicito il lato più vulnerabile della musicista, attraverso una ballata particolare, estremamente romantica e delicata.

Cover Via Pagina Facebook @St.Vincent

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