La Cop26 fa capire come sia complesso e impegnativo il cammino che il mondo intero deve intraprendere verso il “Net Zero”, cioè l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra (GHG) e compensare quelle rimanenti, neutralizzando l’impatto ambientale globale e rallentando il cambiamento climatico entro i prossimi trent’anni, per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi finalizzati a contenere l’aumento della temperatura mondiale entro gli 1,5 gradi.
Nonostante la difficoltà di trovare un accordo globale tra i vari paesi, e soprattutto tra quelli con realtà economiche e interessi molto differenti, sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, non possiamo affermare che la strada verso una delle sfide più importanti del ventennio sia interrotta.
Tutt’altro! siamo di fronte all’inizio di una nuova rivoluzione industriale che richiederà una radicale trasformazione sia delle tecnologie per la produzione di energia e di carburanti, nonché di tutti quei processi industriali largamente dipendenti da essi.
Il passaggio a nuove fonti di energia ha evidenziato già alcune problematiche, infatti l’aumento della popolazione e la crescita dell’economia hanno ampliato la domanda di energia, con un’offerta che è rimasta stabile,se non più bassa. Una possibile soluzione a questa problematica risiede nell’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili e sostenibili che risultano complessivamente più efficienti, ottenendo più output con una quantità di input inferiore.
Sebbene si sappia che teoricamente le energie rinnovabili possano soddisfare il fabbisogno globale di energia – per esempio il sole da solo produce 173 milioni di miliardi di watt, 10.000 volte il fabbisogno attuale di energia- esistono delle difficoltà ancora da risolvere:
• La necessità di ulteriori spazi e di nuove infrastrutture;
• L’intermittenza e la variabilità delle risorse dovute a fattori climatici (10-25% di variabilità per il solare, 30-40% per l’eolico), che richiedono l’intervento di altre fonti energetiche tra cui i combustibili fossili al fine di bilanciare l’offerta con la domanda fino a quando non si svilupperanno le tecnologie necessarie per ovviare a tali asimmetrie.
Tutto ciò comporterà la necessità di sostanziali investimenti, volti alla transizione verso una produzione su larga scala di energie alternative a zero emissioni di carbonio, uniti ad un forte cambiamento comportamentale da parte dei consumatori finali.
4 Novembre 2021