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Dove andare a vedere il grande squalo bianco

10 aprile 2017

Negli anni Sessanta il grande squalo bianco era il mostro marino per antonomasia. Poi lentamente le cose cominciarono a cambiare per merito di alcuni australiani come Rodney Fox, che sopravvissuto all’attacco di un grande squalo bianco divenne uno dei più strenui paladini di questa specie, e i coniugi Ron e Valerie Taylor.

I giovani subacquei di adesso probabilmente non li conoscono ma un tempo le loro foto e loro storie erano di casa su tutte le riviste di subacquea. Tutti sognavano di immergersi con loro, nelle loro gabbie, per vedere da vicino il grande squalo bianco che, nel frattempo, era diventato simbolo di un turismo specializzato.

Per lungo tempo l’Australia e la città di Port Lincoln rimasero la meta obbligata per chi voleva provare il brivido di trovarsi a tu per tu con un bianco. Ovviamente ben protetti dalle sbarre di una robusta gabbia d’acciaio. Gli squali australiani non erano tuttavia facili da avvistare e la meta era certamente lontana e costosa e quindi l’interesse rimase abbastanza circoscritto.

Gli appassionati erano però fiduciosi e la statistica era dalla loro parte. In fondo, il bianco è uno squalo cosmopolita e alla fine si sarebbe scoperto un altro posto dove andare vederli. La previsione fu rispettata e verso la metà degli anni Novanta si cominciò a parlare di Sudafrica e di Gansbaai.

Prima fu solo un passaparola tra amici, poi comparvero le foto degli squali bianchi volanti. Ovviamente non erano voli ma balzi incredibili che portavano l’intero squalo fuori dall’acqua. Una cosa impensabile fino ad allora.

In poco tempo tutti i grandi fotografi e videoperatori subacquei si precipitarono in Sudafrica per scattare queste foto, che da eccezionali divennero presto quasi normali. Intanto Gaansbai era diventata la capitale mondiale degli appassionati dello squalo bianco, avvantaggiata dal fatto che qui l’avvistamento era praticamente garantito. Il tutto grazie anche a una ricca colonia di foche che favorivano e permettevano la presenza e la permanenza di una popolazione stabile di squali bianchi.

Il successo e la fama, anche turistica, della località sudafricana, e il fatto che gli squali non mangiavano i turisti (qualche cinepresa e macchina fotografica invece sì), spinse altri a darsi da fare per trovare nuove popolazioni di squalo da trasformare “cum grano salis” in business.

E quando si parla di business gli americani non si tirano certo indietro e la California divenne un’altra meta dove andare per farsi un tuffo con gli squali bianchi. La zona migliore, grazie anche alla trasparenza dell’acqua, è rappresentata dalle Isole Farallon non distanti da San Francisco.

A differenza del Sudafrica, però, i bianchi delle Farallon sono giramondo e chi li vuole vedere deve limitarsi a pochi mesi: da luglio a gennaio, con un picco tra settembre e novembre.

Infine, ecco Guadalupe; l’ultimo astro nascente in tema di località dove immergersi con il grande squalo bianco. Si tratta di una piccola isola vulcanica che sorge a circa 250 chilometri al largo delle coste messicane della Baja California. Ha i suoi punti di forza nelle acque straordinariamente chiare (visibilità a volte fino a 50 metri) e nell’abbondanza di squali che le frequentano. Come nella non distante California, però, questo avviene solo in alcuni mesi. A luglio e agosto puoi avvistare squali maschi; a settembre arrivano anche le femmine e, tra ottobre e novembre, Guadalupe si popola di grosse femmine dominanti di quasi 6 metri di lunghezza.

Dovunque vai, l’immersione con lo squalo bianco rimarrà uno spettacolo fantastico, tutto da godere e per di più in assoluta sicurezza. Il brivido, però, non mancherà e farai una buona scorta di adrenalina, che avrà l’effetto di fissare indelebilmente nella tua mente il ricordo di questa esperienza.

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