Sulla carta si vedono appena: sono una manciata di isole nel canale della Manica, al largo di Saint-Malo. Solo due hanno dimensioni apprezzabili: Jersey e Guernsey. Eppure, nonostante siano piccole e appartate, hanno fatto parlare di sé. Per cominciare, Victor Hugo ha scritto uno dei grandi capolavori della letteratura - I Miserabili - proprio nel corso di una lunga permanenza a Guernsey. Inoltre, a causa di avvenimenti storici risalenti a metà del '400, l'arcipelago è oggi una proprietà personale della regina Elisabetta.
Quando infatti nel 1475 il re d’Inghilterra Edoardo IV rinunciò al trono di Francia, gli unici territori che la corona inglese riuscì a conservare furono proprio queste piccole isole, che, tuttavia, ancora oggi formalmente non fanno parte del Regno Unito, anche se i loro abitanti parlano inglese (mescolandolo ad altrettanto francese), pagano in sterline e hanno in tasca un passaporto britannico.
“Dedico questo libro a quello scoglio di ospitalità e libertà, in un angolo dell'antica terra di Normandia, dove vive la piccola gente del mare, all'aspra e dolce isola di Guernsey, mio attuale rifugio"
Con queste parole si apre I lavoratori del mare (1866) di Victor Hugo, che visse a Guernsey, l’isola maggiore dell'arcipelago, per 15 anni.
Dopo circa 7 anni dal suo arrivo, lo scrittore terminò la stesura de I Miserabili (1862) una toccante storia di povera gente, di cadute e risalite, di peccati e redenzione. Poi, per 4 anni, si dedicò proprio a I lavoratori del mare, che volle ambientare interamente sulle isole del Canale. Le sue opera e la figura di “Padre della patria in esilio” lo rendono famoso a tal punto che riceve lettere indirizzate semplicemente a “Victor Hugo — Oceano”.
Ma cosa ci faceva Victor Hugo su un'isola della Manica? Nel 1852, Napoleone III, erede del grande Napoleone, aveva preso il potere in Francia con un colpo di Stato. Il repubblicano Hugo, suo implacabile oppositore, fu costretto ad andare in esilio con tutta la sua famiglia, approdando a Guernsey nel 1855. Vi resterà sino al 1870, quando Napoleone il piccolo (il feroce soprannome gli fu affibbiato proprio da Hugo) fu sconfitto dai prussiani di Bismark e conobbe a sua volta l’esilio, mentre Hugo poté tornare in Francia, accolto come un eroe.
A dire il vero, l’esilio di Victor Hugo a Guernsey fu dorato. L’isola gli piacque sin dal primo momento: "Anche tra la pioggia e la nebbia, l'arrivo a Guernsey è splendido”, annotò nel suo diario.
Al suo arrivo sull'isola - dopo qualche ricerca - Hugo aveva trovato l'abitazione che cercava a Saint-Pierre-Port, il principale centro del territorio, al numero 38 di Rue de Hauteville, proprio davanti al porto. Con i proventi del suo ultimo, fortunato libro di poesie, le Contemplazioni, nel 1856 aveva acquistato Hauteville House, una casa spoglia, costruita a inizio secolo da un corsaro inglese. La villa sorgeva su una collina affacciata sul mare, con intorno uno splendido giardino, ed era disabitata da diversi anni perché aveva fama di essere perseguitata dagli spiriti.
Divenuto proprietario immobiliare per la prima volta nella sua vita, Victor Hugo era finalmente al sicuro, poiché la legge di Guernsey vietava lo sfratto di chi possedeva proprietà sull'isola. Unico obbligo, risalente al medioevo: dare ogni anno alla regina due galline (o la somma corrispondente).
Dapprima per tenersi occupato, poi per sincera passione, Hugo seguì personalmente e in ogni dettaglio l’arredamento, che impiegò ben 6 anni a completare.
«Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino. Ho tradito la mia vocazione, ero nato per fare l’arredatore».
In particolare, Hugo frugò per tutta l’isola alla ricerca di vecchi mobili, stoffe, porcellane, tappeti, arazzi, specchi e quadri, che combinò per creare stanze caratterizzate da una vivace varietà di stili e materiali. Progettò e realizzò personalmente le credenze e un magnifico caminetto e utilizzò con creatività e visione oggetti di uso comune a scopo decorativo, come gli schienali di alcune sedie che divennero cornici ornamentali.
Entrando nell'abitazione, preservata esattamente com'era e oggi visitabile su appuntamento, dopo due piani sovraccarichi di mobili e decorazioni − onnipresenti le iniziali VH – al terzo piano si trova la camera dello scrittore, la biblioteca e la bellissima sala degli arazzi. E poi il belvedere, o sala di cristallo, lo studio luminoso tutto vetri affacciato sul mare, dove Hugo, aguzzando lo sguardo, poteva scorgere la costa francese.
Il legame che si era stabilito tra il grande scrittore e la sua casa non fu mai spezzato, nemmeno dalla ritrovata libertà. Anche dopo il trionfale ritorno in patria, quando la sua casa parigina diventò un ambitissimo luogo di incontro tra letterati, Hugo tornò più volte a Guernsey, in un caso anche per un anno intero. Per questo Hauteville House è una preziosa macchina del tempo, dove incontrare il Victor Hugo più intimo e vero, nella singolare veste di scrittore-arredatore.
Credits:
Cover: L'isola di Guernsey. Image by Copernicus Sentinel-2, ESA, distributed under a CC-BY-SA-3.0-IGO license via Wikimedia.
Immagine interna 1: Paesaggio di Guernsey. Image by isotopicgas, distributed under a Pixabay license via Pixabay.
Immagine interna 2: Victor Hugo, portrait. Image extracted from Victor Hugo by Jules Claretie, published by Maison Quantin, 1882. Distributed under a CC-Zero license via Wikimedia.
Immagine interna 3: Victor Hugo sul balcone di Hauteville House. Image by Arnaud 25, distributed under a CC-BY-SA-4.0 license via Wikimedia.
Immagine interna 4: Una stanza di Hauteville House. Image by Heather Cowper, distributed under a CC-BY-2.0 license via Wikimedia.
Immagine interna 5: La "sala di cristallo" di Hauteville House. Image by Rumburak3, distributed under a CC-Zero license via Wikimedia.
Siamo a tua completa disposizione per supportarti con una consulenza personalizzata