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L’isola-villaggio di Monemvasia è un colpo di genio di Madre Natura

27 aprile 2021
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Un promontorio di roccia che si erge dal mare come una gigantesca balena, collegato con il continente solo attraverso un ponte situato su un sottile lembo di terra: qui si estende l’isola-penisola-villaggio di Monemvasia, conosciuta anche come Malvasia, nelle acque del Peloponneso, in Grecia. Qui non troverai i locali e la movida tipica di molte altre zone turistiche del Paese come Creta, Mykonos o Santorini e che ogni anno attirano migliaia di turisti, ma non per questo è meno affascinante. Originariamente era una penisola collegata al litorale, ma un violento terremoto nel 300 d.C. staccò l’imponente promontorio trasformandolo in un’isola, collegata in seguito con una striscia di terra appositamente costruita.

Osservando dalla terraferma la piccola isola si ha l’impressione di guardare un enorme monolite in mezzo all’acqua, completamente disabitato; una volta arrivati al ponte, l’unico punto da cui si può accedere all’isola, ci si trova davanti a un piccolo villaggio arroccato su uno dei lati dell’Isola, completamente invisibile dal litorale. Monemvasia significa infatti “unica entrata” e infatti l’unica strada con cui si può accedere al castello è costituita da una stretta via rialzata. Il villaggio, risalente all’epoca medioevale, è scavato nella roccia e nel corso dei secoli è riuscito a conservarsi in modo perfetto – nonostante la storia, spesso travagliata, di questa isola.

La “nave di pietra”,  come era solito chiamarla il grande poeta greco Yannis Ristos a cui diede i natali, è un vera e propria perla, racchiusa all’interno di una solida cinta muraria che protegge il piccolo agglomerato di case. All’ombra dell’imponente castello si dipanano vicoli e viuzze di ciottoli da cui emergono case e piccoli negozi di gioielli ma anche gallerie d’arte e ristoranti che si affacciano direttamente sul mare.

Nel corso degli anni questo piccolo angolo di paradiso ha subito numerose dominazioni da parte dei vari popoli, tra cui quella dei Veneziani, grazie ai quali si rese possibile la diffusione di uno dei vini più famosi di questa isola, il Malvasia. Gli abitanti della Serenissima importarono il vitigno in numerosi altri luoghi come Malta e Creta, ma anche nel nostro Paese, dove tutt’oggi diverse regioni continuano a produrre questo vino dolciastro.

La Chiesa di Agia Sofia. Via Facebook

Monemvasia si può raggiungere solamente a piedi: le auto sono completamente bandite, proprio come nelle isole dell’arcipelago di Göteborg, per preservare la straordinaria bellezza del luogo e il silenzio che contraddistingue queste zone ancora sconosciute al turismo di massa. Ogni parte dell’isola è curata nel più piccolo dettaglio, perfino in quelle cose che possono passare inosservate, come i fiori che spuntano in ogni angolo, come le bouganville che si arrampicano sui muri o gli oleandri che sorgono dai giardini. Nel villaggio dell’isola sono presenti anche molte chiese, come la Cattedrale del Cristo in Catene che si unisce alle altre più piccole, ma non di minore importanza.

Salendo verso il castello, che domina dall’alto la città è possibile godere del magnifico panorama sul mare cristallino del Peloponneso, spingendosi ancora più in alto, attraverso un piccolo sentiero, è possibile raggiungere la magnifica Chiesa di Agia Sofia che domina l’isola dalla della scogliera. I più temerari potranno anche soggiornare nelle diverse guesthouse sparse all’interno dell’incantevole paesino, in modo da poterne esplorare anche gli angoli più remoti, ma vista la grande quantità di scalini e di sentieri in salita è consigliabile viaggiare leggeri.

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