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1. Miglioramento della crescita negli Stati Uniti: oltre al piano Rescue Plan da 1.900 miliardi di USD, aspettiamo il programma “Build Back Better” che potrebbe fornire un ulteriore stimolo fiscale da 2.000-4.000 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Prevediamo una crescita del PIL reale statunitense pari a 6,9% e a 4,7% rispettivamente nel 2021 e nel 2022.
2. Prevediamo rendimenti USA più elevati: una crescita superiore alle attese e le prospettive di inflazione richiedono rendimenti obbligazionari più elevati, soprattutto negli Stati Uniti, dove il dibattito sulla riduzione del programma di acquisto di obbligazioni si intensificherà nel secondo semestre 2021. Aumentiamo le nostre previsioni a 12 mesi sul rendimento obbligazionario USA a 10 anni a 2% (da 1,4%) e a 0% (da -0,25%) per il suo omologo tedesco. E’ ancora troppo presto per tornare alle obbligazioni sovrane a lungo termine degli Stati Uniti o dell’euro.
3. Ma è troppo presto per preoccuparsi dell’inflazione: se da un lato l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti registrerà senza dubbio una ripresa nei prossimi mesi, in gran parte a causa del basso livello dell’inflazione nel 2020, dall’altro è troppo presto per concludere che ci troviamo di fronte a una prolungata impennata dell’inflazione. Nell’Eurozona ed in Giappone, ci sono pochi segnali di inflazione reale.
4. Le condizioni finanziarie molto accomodanti supportano le azioni: le condizioni finanziarie statunitensi e globali restano estremamente accomodanti nonostante l’aumento dei rendimenti obbligazionari, supportando gli attivi rischiosi come le azioni.
5. Value, no Big Tech: continuiamo a vedere rischi per i titoli statunitensi ad alta capitalizzazione, sottolineando il nostro approccio prudente all’esposizione azionaria USA. Favoriamo l’esposizione al settore bancario e dei materiali di base negli Stati Uniti.
6. Real Estate – la prossima ripresa delle attività commerciali: il settore immobiliare continua ad offrire prezzi e rendimenti interessanti. Intravediamo opportunità per gli investitori a lungo termine nei fondi di investimento immobiliare residenziale, e nel settore immobiliare privato focalizzato sulla logistica e sugli uffici.
L’economia degli Stati Uniti cresce
Crescente ottimismo sulla crescita negli Stati Uniti: gli economisti hanno migliorato le aspettative di crescita negli Stati Uniti per quest’anno. La stessa Federal Reserve si aspetta ora che l’economia americana si espanda ad un eccezionale tasso di crescita del 6,5% quest’anno. Da febbraio, il consensus sulle stime del PIL americano per il 2021 è salito dal 4% al 5,7%.
Abbiamo aumentato le nostre previsioni di crescita globale in seguito alla rapida introduzione dei vaccini in alcune parti del mondo e a sostanziali stimoli fiscali, soprattutto negli Stati Uniti. Oltre al Rescue Plan da 1.900 miliardi di USD, aspettiamo il programma “Build Back Better” che potrebbe fornire un ulteriore stimolo fiscale di 2.000-4.000 miliardi di USD per i prossimi 10 anni. Ciò suggerisce che la crescita del PIL reale degli Stati Uniti dovrebbe attestarsi rispettivamente a 6,9% e a 4,7% nel 2021 e nel 2022.
Prevediamo inoltre che la crescita europea superi le aspettative di mercato (il consensus prevede una crescita di 4,2% nel 2021 e nel 2022), colmando il divario con gli Stati Uniti. Per contro, abbiamo adottato un atteggiamento più prudente nei confronti della Cina. Stiamo notando che gli elementi potenzialmente positivi sono superiori ai rischi negativi.
La crescita degli USA e della Cina impatterà sul resto del mondo: pur avendo ad oggetto gli Stati Uniti, questo stimolo per la spesa pubblica americana avrà effetti positivi indiretti anche sulla crescita globale, in seguito agli effetti sui consumi e sugli investimenti che saranno forniti in gran parte da società straniere.
La domanda chiave è: i mercati finanziari hanno già valutato totalmente questo ottimismo sulla ripresa? Risponderemmo NO – per la semplice ragione che le condizioni finanziarie generali sia per gli Stati Uniti che per il resto del mondo rimangono molto accomodanti, incoraggiando la crescita e aumentando quindi il potere di guadagno delle aziende.
L’inflazione è in ripresa? Prevediamo un aumento temporaneo dell’inflazione e delle aspettative di inflazione. Si prevede che il persistente rallentamento del mercato del lavoro impedirà un’accelerazione persistente della crescita salariale. Anche i trend strutturali, quali la digitalizzazione e la demografia, limiteranno le pressioni al rialzo. L’inflazione statunitense dovrebbe passare a 2,5% quest’anno, per poi scendere a 2,2% nel 2022. Nell’Eurozona, prevediamo un livello di inflazione rispettivamente di 1,7% e 1,4%.
Abbiamo innalzato le nostre aspettative di crescita economica del PIL statunitense al di sopra delle previsioni di consenso (5,7% di crescita del PIL nel 2021), alla luce della combinazione di pacchetti di rilancio e di stimolo che incentivano prima i consumi, poi le infrastrutture e gli investimenti aziendali. Non siate pessimisti sulle prospettive europee: il fatto che l’economia europea è strutturalmente orientata all’export consente di sfruttare il forte slancio degli Stati Uniti e della Cina.
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