Market Focus: la spinta dei buyback sui mercati azionari

Market Focus: la spinta dei buyback sui mercati azionari

In sintesi

  • Nonostante i nuovi massimi storici, gli investitori retail non stanno alimentando la crescita dei listini azionari. I dati sui flussi di fondi mostrano che, in realtà, stanno vendendo più azioni di quelle che comprano. Preferiscono invece obbligazioni societarie e fondi del mercato monetario, attratti dai loro rendimenti elevati.
  • Gli investitori americani stanno riducendo l'esposizione alle azioni USA, in particolare quelle tecnologiche, preferendo fondi del mercato monetario e obbligazionari. Il rally di inizio anno ha favorito le large cap, mentre le small cap sono state pressoché ignorate. Il mercato azionario britannico ha registrato la performance peggiore.
  • Sono le aziende stesse a comprare le proprie azioni (buyback) sostenendo la corsa. Questo trend riguarda tecnologia, sanità e finanza a livello globale. In Giappone, le spinte arrivano anche dal governo e dagli azionisti. Quindi, il rally è stato guidato in questo primo trimestre prevalentemente dalle aziende, non dagli investitori.

Buyback: operazione di riacquisto di azioni proprie da parte di una società per azioni. Il Buyback è eseguito direttamente dalla società con la liquidità propria.

Introduzione

I mercati azionari di tutto il mondo hanno avuto una forte crescita, raggiungendo nuovi massimi storici, anche se non necessariamente spinti da enormi acquisti da parte degli investitori al dettaglio come ci si potrebbe aspettare.

Secondo i recenti dati sui flussi di fondi azionari ed ETF, gli investitori al dettaglio hanno più venduto che acquistato e, semmai, hanno incrementato le posizioni su obbligazioni societarie e fondi del mercato monetario, inseguendo i rendimenti relativamente generosi attualmente offerti.

Uno sguardo al flusso dei fondi ed ETF nel primo trimestre.

Secondo Bank of America, nell'ultima settimana (terminata il 20 marzo), gli investitori statunitensi hanno ridotto di 22 miliardi di dollari la loro esposizione a ETF azionari statunitensi, in particolare ai fondi e agli ETF incentrati sulla tecnologia. Ma questo deflusso non ha impedito ai mercati azionari di salire ulteriormente.

In effetti, da inizio anno, gli investitori statunitensi hanno largamente preferito l’esposizione ai fondi del mercato monetario e ai fondi obbligazionari rispetto alle azioni. Al 13 marzo, gli investitori statunitensi avevano investito 222 miliardi di dollari netti in fondi del mercato monetario e 135 miliardi di dollari in fondi obbligazionari, tentati da rendimenti tra i più elevati degli ultimi 15 anni. Da inizio 2024 hanno invece hanno aggiunto in totale solo 24 miliardi di dollari alle loro partecipazioni in fondi azionari ed ETF.

I titoli a bassa capitalizzazione sono stati in gran parte lasciati indietro in questo rally da inizio anno. La forte performance dei mercati azionari da inizio anno si è verificata soprattutto nel segmento delle più grandi società negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone.

Confrontando la performance dei principali indici di riferimento delle large cap con i rispettivi indici delle small cap, se guardiamo a Stati Uniti, Europa e Giappone, c’è un divario almeno dell'8% in ciascun caso.

Ad esempio, negli Stati Uniti, l'S&P e il Nasdaq sono saliti di circa l'11% da inizio anno, il Russell poco più del 3%. In Europa, l'Euro Stoxx 50 è salito dell'11%, ma l'indice MSCI Europe small-caps è salito appena del 3%.

Possiamo quindi constatare che le small cap non sono state le preferite degli investitori. La peggiore performance delle small cap è arrivata dal mercato azionario britannico. Mentre l'indice FTSE 100 large cap del Regno Unito ha ottenuto un rendimento positivo del 3,8% finora, quest'anno, l'indice FTSE AIM 100 delle small cap è sceso del 2,9%, anche peggio degli indici small cap di altre regioni (dati al 20 marzo).

Dominano i riacquisti di azioni. Le aziende stanno alimentando operazioni di buyback.

Se gli investitori al dettaglio non sono stati i principali acquirenti di azioni, allora chi le ha acquistate? La risposta è: sorprendentemente… le aziende stesse. Ricordiamo che le aziende hanno tre modi principali per restituire valore agli azionisti nel tempo. In primo luogo, direttamente attraverso il pagamento di un dividendo regolare o speciale in contanti all'azionista. In secondo luogo, indirettamente pagando il debito, in modo da aumentare il valore del capitale per gli azionisti della società e ridurre anche il costo del pagamento degli interessi. In terzo luogo, indirettamente, utilizzando la liquidità per riacquistare azioni della società al fine di ridurre il numero di azioni in circolazione, aumentando così l'importo dei profitti o degli utili generati per azione esistente. Questo terzo metodo mira a restituire indirettamente valore agli azionisti attraverso un prezzo delle azioni più elevato, poiché un utile per azione maggiore in teoria dovrebbe tradursi in un prezzo delle azioni più alto, se la valutazione dell'azienda rimane costante.

Oggi, un numero sempre maggiore di aziende negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone si sta impegnando in programmi di riacquisto di azioni proprie insieme al pagamento dei dividendi, come un buon modo per utilizzare i forti flussi di cassa al fine di migliorare la redditività. Questo aspetto è particolarmente vero negli Stati Uniti tra le più grandi aziende in settori come la tecnologia, la sanità e la finanza, che oggi godono di margini di profitto record. Ma questo è in gran parte vero anche in Europa e in Giappone. In Giappone, è in corso una campagna da parte del governo, delle autorità di regolamentazione e degli azionisti attivisti affinché le aziende migliorino la redditività da livelli storicamente bassi e aumentino i rendimenti per gli azionisti, attraverso dividendi e riacquisti di azioni. Quindi il principale motore della domanda di azioni al momento non sono gli investitori al dettaglio o istituzionali come i fondi pensione, ma piuttosto le società stesse.

Il buyback nel 2024

Goldman Sachs stima che l'entità dei riacquisti di azioni proprie delle società statunitensi aumenterà quest'anno (2024) a 925 miliardi di dollari, dopo un anno come il 2023 che è già si è rivelato eccezionale per il volume di riacquisti di azioni proprie (buybacks). I 925 miliardi di dollari stimati in riacquisti di azioni proprie per ili 2024 sono quasi il doppio della media 2010-2020 di circa 500 miliardi di dollari di riacquisti di azioni complessivi all'anno negli Stati Uniti.  Allo stesso modo, in Giappone, gli annunci di riacquisto di azioni sono aumentati nel 2023 a oltre 9 trilioni di yen, il livello più alto registrato negli ultimi 24 anni secondo la Borsa di Tokyo.

Anche in Europa, il volume degli annunci di riacquisto di azioni proprie è cresciuto, concentrandosi in una serie di settori come quello finanziario. Secondo le stime degli analisti, quest'anno le banche europee offriranno agli investitori la cifra record di 120 miliardi di euro in dividendi e riacquisti di azioni. Gli analisti di UBS stimano che le prime 50 banche europee avranno un rendimento da dividendi del 7,3% nel 2024, tramite i riacquisti di azioni proprie che aumenteranno ulteriormente il rendimento totale per gli azionisti.

Ora, con una lenta ripresa economica in prospettiva per l'Eurozona da qui alla fine dell'anno, guidata principalmente dal miglioramento dei consumi interni e con un aiuto dal miglioramento della produzione industriale, le banche potrebbero continuare a beneficiarne e a guidare le perfomance nel mercato azionario europeo, dato il loro importante rendimento per gli azionisti, i bilanci solidi e le valutazioni convenienti. Ed è per questa ragione che continuiamo a privilegiare le banche europee come investimento. 

 

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