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Market Flash | BCE: taglio dei tassi storico e inusuale

Messaggi chiave

  • Un taglio dei tassi insolito sotto molti aspetti.
  • La BCE continua a dipendere dai dati. Nessun impegno per una definizione temporale di futuri tagli dei tassi.
  • Prevediamo altri due tagli dei tassi di 25 punti base quest'anno (a settembre ed a dicembre) e tre l'anno prossimo.

Come ampiamente previsto, la BCE ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base
Il tasso di interesse di riferimento è ora fissato al 3,75% per il tasso di deposito (il tasso al quale le banche commerciali possono depositare denaro presso la BCE «overnight»), al 4,25% per il tasso di rifinanziamento (il tasso al quale le banche commerciali possono prendere in prestito denaro dalla BCE per un periodo di una settimana) e al 4,50% per il tasso di prestito (il tasso al quale le banche commerciali possono prendere in prestito denaro dalla BCE  «overnight»).

Decisione non sorprendente, ma insolita
In primo luogo, è la prima volta nella storia della BCE che la riduzione dei tassi in Eurozona anticipa una simile decisione della Federal Reserve statunitense. In secondo luogo, la BCE ha deciso di tagliare i tassi in una fase di accelerazione della  la crescita economica e in un momento in cui la disoccupazione è ai minimi storici. In terzo luogo, il taglio dei tassi è stato accompagnato da una revisione al rialzo delle previsioni di inflazione complessiva e "core" per quest'anno e per il 2025. Le proiezioni degli esperti della BCE vedono infatti ora un'inflazione complessiva media del 2,5% nel 2024, del 2,2% nel 2025 e dell'1,9% nel 2026. L'inflazione "core" (esclusi i beni energetici e alimentari) è invece attesa in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.
Pur in presenza di tali revisioni al rialzo dell' inflazione, la BCE ha ritenuto necessario il taglio dei tassi per moderare il grado di restrizione monetaria sulla base della sua analisi basata sui seguenti tre pilastri: la valutazione delle prospettive di inflazione, la dinamica dell'inflazione "Core" e la forza della trasmissione della politica monetaria. La BCE ha acquisito evidentemente maggiore fiducia nei suoi modelli di previsione dell'inflazione, così da consentire un  approccio maggiormente lungimirante e non esclusivamente reattivo ai dati passati. Le previsioni di inflazione a medio termine della BCE (2026) sono pari all'1,9% per l'inflazione complessiva e al 2,0% per l'inflazione "Core", ossia al di sotto o all'obiettivo del 2%. 

La BCE continua a dipendere dai dati
E' ragionevole pensare che la BCE sia probabilmente infastidita dal fatto che la Fed sembri ancora lontana dal tagliare i tassi. La presidente Lagarde ha infatti puntato, nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla decisione sui tassi, a gestire al ribasso le aspettative di nuovi tagli, esprimendo cautela durante la sessione di domande e risposte. Pur essendo fiduciosa in una diminuzione della crescita dei salari, è infatti rimasta riluttante nel confermare l'inizio di un ciclo di taglio dei tassi, probabilmente anche per evitare un'eccessiva volatilità del tasso di cambio EUR/USD. 

Il nostro "base case"
Pensiamo che il rallentamento dell'inflazione consentirà alla BCE di tagliare nuovamente i tassi a settembre e dicembre di quest'anno, e successivamente in altre tre occasioni nel 2025. Prevediamo la fine del ciclo di taglio dei tassi alla fine del 2025, quando il tasso sui depositi raggiungerà il 2,50%, livello vicino al tasso neutrale, ovvero al livello di politica monetaria che non sia né accomodante né restrittivo.

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