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L'eccessiva concentrazione dei mercati azionari statunitensi e globali rappresenta un rischio: le Magnifiche 7 rappresentano quasi il 36% dell'indice di riferimento S&P 500 e quasi il 23% dell'indice MSCI World. Questa concentrazione record rappresenta un rischio specifico significativo per i portafogli degli investitori.
Le valutazioni elevate e l'eccessiva popolarità portano generalmente a bassi rendimenti degli investimenti nel lungo periodo: gli ingenti afflussi di denaro sugli ETF azionari statunitensi e un'impennata delle valutazioni delle Magnifiche 7 fino a 34 volte il P/E previsto evidenziano la popolarità dell'investimento in questi titoli tecnologici a mega capitalizzazione. Tuttavia, storicamente, titoli molto popolari e molto apprezzati hanno generato bassi rendimenti nel lungo periodo.
Cercare di prevedere la fine di una fase «maniacale» dei mercati è molto difficile: la storia suggerisce che cercare di prevedere la fine di un trend estremo del mercato azionario è quasi impossibile. Tuttavia, ridurre l'esposizione a questa mania dell'IA consente una maggiore diversificazione del portafoglio.
L'abbondanza di capitale investito nell'IA suggerisce forte concorrenza e minore redditività: investire nei fornitori di potenza di calcolo essenziale per l’IA, si è rivelata una strategia vincente. Tuttavia non è chiaro se le aziende che investono fortemente nell'Intelligenza Artificiale otterranno elevati ritorni sull'investimento.
È il momento di diversificare i portafogli azionari statunitensi e globali: preferiamo diversificare gli investimenti in altre aree del mercato azionario statunitense, come i titoli a media e bassa capitalizzazione. Sosteniamo inoltre l'investimento in titoli azionari al di fuori degli Stati Uniti, tra cui Europa e Regno Unito, Giappone e mercati emergenti (esclusa la Cina) (ad es. Corea del Sud).
Dagli anni ’90, la tecnologia è arrivata a dominare completamente sia la nostra vita lavorativa che quella privata.
PC: la rivoluzione tecnologica globale è iniziata con i computer fissi e i programmi per ufficio come Lotus 1-2-3 e WordPerfect.
Internet e WWW: l’adozione diffusa di Internet e del World Wide Web alla fine degli anni ’90 ha rappresentato lo step successivo nella rivoluzione tecnologica, resa possibile dall’installazione e dal conseguente utilizzo di reti globali in fibra ottica capaci di trasportare quantità sempre crescenti di traffico Internet.
Smartphone: il terzo step è arrivato con il lancio degli smartphone, ed in particolare con l’avvento del primo iPhone nel 2007. Ciò ha portato alla diffusione dell'accesso in mobilità a Internet. Oggi si vive in un mondo in cui è sempre più difficile disconnettersi e i social media e lo shopping online sono spesso una dipendenza.
Intelligenza artificiale: oggi ci troviamo di fronte al quarto step della rivoluzione tecnologica, con la crescente mania per tutto ciò che riguarda l’intelligenza artificiale (IA). Sebbene l’intelligenza artificiale esista da diversi decenni, la crescita esponenziale dei dati su Internet e della potenza di calcolo disponibile ha gettato le basi per un enorme progresso tecnologico sul tema.
Un Warning: ad agosto 2023, la società di consulenza Gartner ha già collocato l’intelligenza artificiale generativa (ad esempio modelli linguistici come ChatGPT) al vertice del suo Hype Cycle, “picco delle aspettative gonfiate”.
I leader del mercato azionario collegato all’intelligenza artificiale sono le più grandi aziende tecnologiche statunitensi, molto note ai consumatori di tutto il mondo: Microsoft, Apple, Google (Alphabet), Meta (ex Facebook), Amazon insieme a Tesla, produttrice di veicoli elettrici. A questo elenco possiamo aggiungere Nvidia, l'azienda leader produttrice di chip di nuova generazione indispensabili per fornire la potenza di calcolo necessaria per i modelli di intelligenza artificiale.
Le cosiddette Magnifiche 7 hanno complessivamente aumentato gli utili di quasi il 1200% negli ultimi 8 anni, con una crescita media del 36% all’anno. Nello stesso periodo, anche i prezzi delle loro azioni sono aumentati cumulativamente del 1450%, ovvero in media del 40% all’anno.
Come risultato di questa prodigiosa crescita del fatturato, degli utili e dei prezzi delle azioni, questi nomi rappresentano cumulativamente il 35,5% dell’indice S&P 500. Si tratta di un massimo storico in termini di concentrazione in un numero così ristretto di società.
Di queste 7 società, l’unica azienda che sta davvero riscontrando forti vendite e crescita dei profitti come risultato diretto della spesa relativa all'intelligenza artificiale è Nvidia.
Anche gli altri 6 membri di questo club stanno registrando una forte crescita degli utili e mantengono margini di profitto estremamente elevati, ma sostanzialmente ciò accade non grazie all’ IA ma grazie alle loro attività tecnologiche oligopolistiche nelle quali sono dominanti a livello globale.
Come accade per tutte le bolle e le «manie» dei mercati finanziari, è sempre pericoloso cercare di prevederne la fine. La storia ci insegna che questi trend estremi possono persistere molto più a lungo di quanto si possa ritenere ragionevole, a causa dalla resilienza dell’ottimismo umano in tali contesti.
È utile sottolineare alcuni punti, anche se piuttosto ovvi:
Un approccio “Picks and Shovels¹” funziona meglio: solo Nvidia sta attualmente estraendo profitti elevati dalla "corsa all'oro" dell'intelligenza artificiale, vendendo chip particolarmente adatti all’ «addestramento» di modelli di intelligenza artificiale e di machine learning. Le altre società del settore estraggono il loro profitto ancora da attività tecnologiche più tradizionali come software per ufficio, cloud computing, pubblicità online ed e-commerce, piuttosto che da qualsiasi cosa esplicitamente basata sull’intelligenza artificiale.
Le valutazioni di mercato elevate indicano aspettative di profitto ottimistiche: le valutazioni di mercato delle Magnifiche 7 sono arrivate a livelli estremi con un P/E stimato di 34x. Questo è quasi il doppio del P/E delle restanti società dell’indice S&P 500, che vengono scambiate ad un molto più modesto 19x.
Il tema dell'intelligenza artificiale è diventato troppo popolare? L’afflusso di denaro in questi 7 titoli tecnologici è stato senza dubbio amplificato dalla popolarità crescente degli ETF che replicano indici azionari come l’S&P 500 e il Nasdaq 100, essendo quest’ultimo un indice ad elevato contenuto tecnologico. Gli investitori hanno seguito la forza del trend di questi indici, più del 60% del quale è dovuto alle Magnifiche 7. Di conseguenza nei primi 6 mesi di quest'anno abbiamo assistito a 100 miliardi di dollari di nuovi afflussi su soli 4 ETF (quotati negli Stati Uniti e basati sugli indici S&P 500 o Nasdaq 100).
Riteniamo che l’intelligenza artificiale avrà probabilmente un forte impatto sulle imprese e sulla nostra vita privata nei prossimi anni. Ma, guardando ai momenti passati in cui sono state adottate tecnologie rivoluzionarie (come ferrovie, radio, PC e Internet), sembra chiaro che gli investitori siano troppo ansiosi di raggiungere risultati nel breve termine da tali trasformazioni tecnologiche. Nella realtà, alle aziende e ai consumatori occorrono molti anni, e non mesi, per capire come far leva al meglio su queste nuove tecnologie nelle loro attività o nelle loro vite.
Allo stesso tempo, rimaniamo scettici sul fatto che tutte queste aziende tecnologiche possano ottenere nuovi ed enormi ricavi e profitti dall’intelligenza artificiale. In generale, elevati profitti vengono generati nei settori in cui vi è scarsità di capitale.
Oggi invece, la quantità di capitale investito nell’intelligenza artificiale da parte di aziende, sia pubbliche che private, è enorme. Ciò suggerisce l’ emergere di una forte concorrenza tra i differenti modelli di intelligenza artificiale e i software delle varie aziende.
I profitti finali, pertanto, potrebbero rivelarsi deludenti per gli investitori, rispetto alle attuali grandi aspettative di crescita incorporate nei prezzi dei titoli azionari delle Magnifiche 7.
Preferiamo la diversificazione degli investimenti azionari in altre aree del mercato statunitense, come i titoli a media e piccola capitalizzazione. Ci piacciono anche investimenti azionari al di fuori degli Stati Uniti: Europa e Regno Unito, Giappone e mercati emergenti (Cina esclusa, e con particolare attenzione al mercato sudcoreano, ad alto contenuto tecnologico).
Siamo a tua completa disposizione per supportarti con una consulenza personalizzata.