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L’appartamento segreto all’interno della Tour Eiffel

04 agosto 2022
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In un pomeriggio di fine Ottocento, due uomini intrattengono una fitta conversazione sorseggiando una tazza di tè, all’interno di quello che ha tutta l’aria di essere un salotto parigino come tanti altri. La piccola ma accogliente stanza nella quale si trovano ha tuttavia una particolarità: si trova a 300 metri da terra, vantando così il primato di abitazione più alta di Parigi. Uno dei due uomini si chiama Gustave Eiffel, e sebbene sia famoso principalmente per aver progettato un noto monumento parigino, ha anche il merito di aver nascosto al suo interno un appartamento segreto.

Nel cuore di quella torre che avrebbe dovuto essere solo un’installazione temporanea (destinata a essere smantellata nel 1909), Eiffel fece realizzare un ambiente intimo e suggestivo, un rifugio dalla frenesia della città. Con il suo panorama mozzafiato sulla capitale francese e il suo design confortevole, il cosiddetto “Bureau di Gustave Eiffel” era per l’ingegnere un luogo del cuore, aperto solo a pochissimi eletti e sede di importanti laboratori. Oggi l’appartamento segreto è un museo parzialmente visitabile, ricco di storia, cultura e fascino misterioso.

Parigi 1889, la Torre celebra la grandeur

Alla fine del XIX secolo, Parigi era molto più che una semplice città culturale e cosmopolita. La capitale francese era la culla della modernità artistica e appariva agli occhi dell’intera Europa come una grande potenza economica. Fu proprio questa l’immagine che il governo transalpino volle trasmettere al mondo in occasione dell’Esposizione Universale del 1889. L’evento avrebbe dovuto celebrare il centenario della Rivoluzione Francese, nonché esaltare il volto più avanzato della città, interessata da uno sviluppo edile e industriale senza pari. In questo contesto entrò in scena l’ingegnere Gustave Eiffel, che trovò un’idea perfetta per sottolineare l’avanzamento tecnologico di Parigi: costruire un’enorme torre in metallo, che svettasse nel cielo parigino con i suoi 312 metri d’altezza.

Noto per la sua abilità nel progettare con il ferro, Eiffel venne ingaggiato per creare una struttura mozzafiato, supportato in seguito dall’esperienza dell’ingegnere capo Stephen Sauvesstre. Il loro sodalizio portò alla realizzazione di un edificio metallico dalle linee sinuose, ma anche fortemente osteggiato dai detrattori di Eiffel (l’architetto Jules Bourdais in primis, ma anche Paul Planat, direttore di una rivista di architettura), che ribattezzarono la torre “mostro di ferro”, convinti che avrebbe rovinato il paesaggio parigino. Malgrado il clima di ostilità, il progetto andò in porto e la creatura di Eiffel trovò spazio a Champ de Mars, dove si sarebbe svolto l’Expo.

Nove giorni dopo l’inaugurazione dell’Esposizione, la Torre fu aperta al pubblico e questi ebbe modo di ammirare la meravigliosa vista di Parigi dall’alto. Nessuno però sapeva che quell’iconica costruzione celava un appartamento segreto, dove Gustave Eiffel amava trascorrere istanti di riflessione.

Il cuore inaccessibile della Tour Eiffel

“Nessun’altra abitazione avrebbe potuto offrire al suo proprietario un luogo lontano dai rumori e dalla sofferenza umana. Da qui si può guardare sugli splendori di Parigi”

È lo scrittore Henri Girard, col suo volumetto del 1890 La Torre Eiffel a trecento metri, a svelare il motivo per cui un portavoce della modernità come l’ingegnere Gustave Eiffel necessitasse di un confortevole appartamento nel cuore del monumento da lui progettato. Pur rappresentando in prima persona l’avanzata di Parigi verso il futuro, l’uomo desiderava un luogo di pace e silenzio. Fu così che nacque il suo ufficio ad alta quota, “oggetto di invidia generale tra gli abitanti di Parigi”. Un ambiente al di sopra dello spazio e del tempo.

Lo stile era infatti ben lontano da quello della struttura che lo conteneva: mobili in legno, tappeti dall’allure antico, un elegante pianoforte a coda, carta da parati decorata, divanetti in velluto. I toni caldi erano predominanti in quel minuscolo appartamento adagiato tra i freddi grovigli di metallo del simbolo dell’industria parigina. Raggiungibile grazie a un’ascensore e un vano scala e dotato di cucina, bagno e soggiorno, il Bureau era un vero e proprio vanto per Eiffel, che non faceva segreto della gelosia nei suoi confronti. Lo testimonia, ancora una volta, Girard che scrive: Eiffel ha ricevuto innumerevoli richieste per affittare quello straordinario pied à terre, rifiutando tutte le offerte”.

Malgrado i tentativi degli aspiranti inquilini disposti a sborsare qualunque cifra per poter passare almeno una notte lassù, Eiffel aprì le porte del proprio spazio privato solo a pochissimi esponenti dell’aristocrazia e della scena culturale dell’epoca. L’ingegnere era infatti solito intrattenersi nell’appartamento con i propri conoscenti più intimi, tra cui spicca il nome di Thomas Edison, che in occasione di un viaggio a Parigi nel 1889 gli regalò una delle sue invenzioni, il fonografo.

La presenza di personaggi degni di nota non era casuale: malgrado la Torre fosse destinata all’abbattimento nel 1909, essa sopravvisse soprattutto grazie al valore scientifico che Eiffel le conferì. Il Bureau, infatti, non era solo il suo rifugio personale, ma anche la sede di laboratori destinati ai rilevamenti meteorologici e astronomici, oltre che a esperimenti di fisica. Non a caso, tra le personalità che frequentarono l’appartamento ci fu anche il capitano Gustave Ferrié, che a inizio ‘900 lo utilizzò per testare la telegrafia senza fili, producendo segnali che arrivarono fino al Nord America.

Da rifugio solitario ad affascinante museo sospeso

Quel piccolo spazio silenzioso – arrivato quasi intonso fino al presente – oggi delizia i turisti affascinati dal suo aspetto confortevole e dal suo valore storico. Un restauro parziale ha ripristinato gli arredi originali dell’ufficio di Gustave Eiffel, unica zona completamente visitabile dell’appartamento. Oltre ai mobili e alla tappezzeria d’epoca, le lancette vengono riportate indietro anche grazie alle riproduzioni in cera dell’ingegnere, della figlia Claire e dell’amico Edison.

Ad alimentare l’alone di fascino che permea l’appartamento contribuisce la seconda zona in cui l’ambiente è stato suddiviso, in questo caso non aperta al pubblico. I tre laboratori fatti costruire da Eiffel sono parzialmente visibili da dietro a una vetrata, che ne protegge il valore storico-culturale. Basta una sola occhiata però per respirare l’aria di fine Ottocento e rivivere i pomeriggi di studi dell’élite di Parigi.

In epoca recente, questa piccola perla custodita dal principale monumento parigino ha ispirato un bis al suo interno: nel 2016 infatti, in occasione del campionato europeo di calcio, è stato realizzato un secondo appartamento. La suite – a opera dell’interior designer Benoit Leleu – è ampia 200 mq e si trova a 56 metri d’altezza, al secondo piano della struttura. Meno antico e affascinante del Bureau di Eiffel, questo appartamento condivide con l’originale uno status esclusivo: solo chi vince un particolare concorso a premi può alloggiarvi, per godersi la zona relax e l’incredibile vista panoramica su Parigi.

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