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ESG CORNER | Transizione energetica e inflazione: prezzi più caldi per un pianeta più fresco

08 settembre 2022

Ascolta il podcast di Francesca Rinaldi, ESG Specialist Sustainability Center, Investments & Advisory BNL BNP Paribas

Che relazione esiste tra transizione energetica e inflazione? E quali potrebbero essere le conseguenze future delle politiche economiche legate al clima?

È sempre più forte la consapevolezza che occorra muoversi velocemente sul fronte del cambiamento climatico affinché vengano raggiunti gli obiettivi posti nel Paris Agreement e contestualmente vi è sempre più evidenza che le misure da mettere in atto possano portare ad un impatto economico significativo per molti. In un recente studio del Corporate Investment Banking di BNP Paribas si è provato a studiare le relazioni esistenti tra le scelte di politica economica relative alla transizione energetica e inflazione, domanda globale e lavoro.

La transizione verso un’economia dominata da basse emissioni di carbonio (puntando al ‘Net-Zero per il 2050) è un processo lungo, complesso e fondato su 4 pilastri che implicheranno:

 1) Un rialzo sostenuto dei prezzi delle emissioni di carbonio;

2) Una spinta verso gli investimenti “verdi”;

3) Misure che salvaguardino l’equità sociale;

4) Supporto per la Ricerca&Sviluppo “verde”.

Il rialzo dei prezzi del carbonio è sicuramente il fulcro per raggiungere il “net zero” delle emissioni, in linea con gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi. Per il 2030 molti analisti si aspettano un prezzo delle emissioni di carbonio 4 volte a più alto rispetto ai livelli del 2019. Tutto ciò potrebbe essere visto come uno shock dal lato dell’offerta così come avvenne negli anni 70 con la crisi petrolifera, ma l’impatto sull’inflazione potrebbe essere di diversa portata perché il movimento sui prezzi sarà graduale e avverrà in tempi più lunghi. In aggiunta le banche centrali saranno più pronte a reagire in maniera efficace rispetto agli anni 70. Sicuramente vanno poi considerati eventi esogeni come la crisi russo ucraina che ha accelerato il perdurare del processo inflattivo in Europa. La guerra però potrebbe essere addirittura un catalizzatore verso la transizione energetica al fine di garantire l’indipendenza dai carburanti russi.  In conclusione l’aumento atteso del prezzo del carbonio si presenta come uno shock per quanto riguarda il lato dell’offerta; tuttavia, posto che i ricavati ottenuti dall’aumento del prezzo del carbonio vengano riutilizzati a beneficio nel settore privato, secondo le previsioni di molti analisti il pacchetto di 4 pilastri di politiche economiche sulla transizione energetica porterebbe a un rafforzamento della domanda effettiva e a effetti moltiplicatori elevati. I veri rischi di stagflazione deriverebbero pertanto da un ritardo nel cammino verso la realizzazione della transizione energetica o in un processo non ordinato.

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