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10 comportamenti da adottare per distinguerti in azienda

18 dicembre 2019
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Farsi notare sul posto di lavoro è complicato: non esiste un metodo universale per ottenere il riconoscimento che, molto spesso, si è sicuri di meritare per i propri sforzi. Nonostante le difficoltà, è però possibile individuare una decina di buoni suggerimenti in grado di far emergere chi è davvero meritevole di attenzione, senza al contempo compromettere i rapporti di lavoro o creare inutili incomprensioni.

La base da cui bisogna partire per distinguersi in azienda è dimostrare impegno. Un modo per manifestare concretamente quanto si tenga al successo di una realtà lavorativa è dimostrare di volersi migliorare ogni giorno, magari lavorando su abilità apparentemente secondarie che potrebbero tornare utili in futuro. I più grandi allenatori della storia dello sport spesso e volentieri hanno suggerito ai loro atleti libri o film che potessero in qualche modo arricchirli. Non è tuttavia necessario cercare qualcuno che possa farvi da guida: oggi potete tranquillamente trovare da soli le letture o le esperienze che possono migliorarvi e il vostro sforzo sarà quasi certamente notato, almeno da chi è deputato a farci caso. Oggi i manager sanno benissimo quanto sia importante poter contare su persone in grado di garantire un alto livello di impegno: sono queste ultime infatti a creare i presupposti per il successo dell’organizzazione in cui lavorano. Secondo uno studio promosso dalla Vlerick Business School, coloro che si impegnano sempre al massimo sono il 20% più produttivi degli altri e mostrano un approccio in generale più positivo. Come fanno notare gli autori della ricerca belga, gli impiegati modello non lavorano duro perché sono obbligati: lo fanno perché ci tengono a collaborare con una realtà in crescita e conforme alle proprie ambizioni.

Tante persone che danno il massimo sul posto di lavoro creano un ambiente sano, dove si collabora e ci si aiuta a vicenda. Saper fare gioco di squadra è un’altra abilità che fa molto comodo nel mondo del lavoro di oggi. Google ha condotto uno studio per capire cosa renda un team di lavoro efficiente e di successo. Gli autori della ricerca hanno studiato 180 team all’interno dell’azienda, condotto più di 200 interviste e preso in esame all’incirca 250 parametri diversi. La conclusione finale è stata che l’indicatore che meglio spiega il successo di un team è la disponibilità a lavorare insieme dei membri della squadra: maggiore sarà l’affiatamento tra i colleghi e maggiore sarà la comunicazione tra loro e migliore il risultato.

Parlare con gli altri aiuta a vedere le cose da un punto di vista diverso e permette di superare la paura di fallire o di fare brutta figura che almeno una volta frena tutti nella vita. In un mondo sempre più competitivo, il terrore di sbagliare può tramutarsi in una vera e propria patologia: l’Atychiphobia consiste in una paura persistente, anormale e ingiustificata di fallire, sbagliare o commettere errori e sempre più persone ne soffrono, con gravi danni alla loro autostima. In realtà, non si deve avere mai paura di dire la propria su un argomento e non si deve temere un possibile buco nell’acqua: un errore capita a tutti, basta saperlo ammettere e avere la forza di rimediare ai propri sbagli il prima possibile, assumendo quella che nel mondo anglosassone si chiamano excuses mentality”.

Tutti possono contribuire al successo di un’azienda se prendono coscienza delle proprie potenzialità. Il co-fondatore dell’azienda di scarpe Allbirds Tim Brown lo sa benissimo e incoraggia tutti i suoi collaboratori a dare suggerimenti. Prima di diventare un imprenditore, Brown è stato un onesto calciatore e, per spiegare ai suoi impiegati quanto sia importante il contributo di tutti, racconta un aneddoto della sua parentesi da sportivo. Il miglior discorso motivazionale della sua vita, dice Brown, è stato quello del terzo portiere della sua Nazionale: senza quell’accorato speech, fatto dal giocatore meno importante della squadra, nessuno di loro si sarebbe convinto di poter riportare la Nuova Zelanda alla fase finale di un mondiale di calcio dopo 28 anni. Non bisogna avere paura di dire la propria e non bisogna mai sottovalutarsi, anche quando sembra che ci sia una gerarchia troppo consolidata per riuscire a far sentire la propria voce. Facendo tutto al meglio si viene notati, anche se può volerci un po’.

Occorre infatti ricordarsi che non basta essere bravi nello svolgere le mansioni di ogni giorno: bisogna dimostrare di saper pensare anche a ciò che è giusto nel medio-lungo termine. Bisogna essere capaci di avere una visione più ampia, se si vuole davvero avere un impatto nel raggiungimento dei grandi obiettivi di un’azienda: è fondamentale quindi imparare a pensare con una strategia da seguire ben chiara in mente. Si tratta di un’abilità che si può esercitare e che risulta sempre più importante per comprendere il contesto in cui si opera.

Capire ciò che si ha intorno è un presupposto imprescindibile per poter agire nella miglior maniera. Albert Einstein sosteneva che non bisognasse mai perdere la voglia di scoprire: “Esiste una passione per la comprensione proprio come esiste una passione per la musica. È una passione molto comune nei bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde. Senza di essa non ci sarebbero né la matematica né le scienze”. È questo il motore che spinge a trovare sempre nuove soluzioni a vecchi problemi ed è condiviso da tutti i grandi innovatori della storia.

Anche in questo caso, il consiglio rimane quello di farsi avanti ogni volta che si pensa di avere tra le mani l’idea giusta per risolvere un problema. Non significa forzarsi, ma aver la capacità di capire subito chi sono i propri interlocutori e sapersi comportare di conseguenza. Ogni pubblico è diverso dagli altri e nutre delle aspettative differenti che vanno soddisfatte quando si parla. A fare la differenza non è tanto quante parole si usano ma piuttosto la qualità di ciò che si dice. Per migliorare il modo di esprimersi, si può anche sfruttare il teatro: la teatro-terapia si propone di aiutare le persone a conoscere meglio i propri sentimenti e i propri pensieri per essere in grado di comunicarli nella maniera migliore. Negli anni Sessanta, il regista teatrale brasiliano Augusto Boal aveva proposto il “Teatro dell’oppresso”: l’idea di Boal era quella di creare un teatro in cui le persone del pubblico potessero esprimersi, diventando attori e presentando i problemi della loro esistenza. In questo modo chi andava a una rappresentazione di Boal imparava più o meno involontariamente a comunicare con efficacia, partendo dall’espressione di quanto più difficile possa esistere: la propria vita personale.

Imparare a comunicare aiuta ovviamente a creare relazioni proficue con gli altri. Non si tratta di un vantaggio da poco: costruire rapporti all’interno dell’azienda significa darsi una possibilità di arricchimento ogni giorno. Non basta essere pronti ad avere un’influenza su quello che accade: bisogna mettersi nelle condizioni ideali per avere il giusto impatto. Incrementare la rete di conoscenze significa aumentare la propria influenza e la propria visibilità all’interno dell’organizzazione. Per questo le aziende oggi incentivano lo scambio continuo tra i dipendenti e, quando non lo fanno, ne pagano le conseguenze. Un case study in questo senso è rappresentato dalla storia di Atari. L’allora più importante azienda produttrice di videogiochi decise di cambiare i suoi vertici e il nuovo CEO pensò di cambiare la struttura della compagnia, rendendo l’ambiente più competitivo al suo interno. Non fu una grande idea: il nuovo capo non aveva capito che alla base del successo dell’azienda c’era il forte clima di collaborazione non strutturata tra i dipendenti. Tutti si conoscevano e aiutavano: non c’erano gerarchie o muri divisori tra un reparto e l’altro. Il capo appena arrivato aveva, senza volerlo, inibito la possibilità di scambio tra i suoi collaboratori. Certo, oggi è difficile che un boss possa ripetere lo stesso errore: quasi sempre si viene infatti spronati a creare un network di relazioni all’interno dell’azienda ed è il caso di sfruttare al meglio una tale opportunità

Interfacciarsi con i colleghi aiuta a comprendere meglio anche quali sono i valori fondanti dell’azienda: sposare la vision del luogo in cui si lavora equivale ad avere un importante vantaggio. Chi riesce ad appropriarsi dei valori del luogo in cui opera, al punto da riuscire a trasmetterli anche agli altri, diventa un’importante ricchezza per tutto l’ambiente. Per avere ben chiaro quali siano le basi su cui poggia la filosofia dell’ambiente in cui si opera può essere utile fare domande. Alzare la mano, per fare una domanda o anche solo per proporre un confronto tra i diversi punti di vista, funziona sempre. Per dirlo con la poetessa brasiliana Martha Medeiros e con i suoi versi per lungo tempo erroneamente attribuiti a Pablo Neruda, “Lentamente muore / chi non fa domande sugli argomenti che non conosce”.

Anche tutti questi consigli servono in fondo a rispondere a una domanda, solo all’apparenza semplice. Capire quale sia la maniera migliore per emergere e ricevere il giusto riconoscimento per il lavoro svolto non è affatto facile: non esiste un’unica strada percorribile e le strategie cambiano a seconda delle specificità dei luoghi in cui si lavora. Ma tenere bene a mente i questi dieci suggerimenti resta comunque un buon punto di partenza da mettere in pratica nella maggior parte delle proprie esperienze lavorative.

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