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El Hierro, l’importante isola delle Canarie poco conosciuta

30 maggio 2022

La grande storia è passata per El Hierro, la più occidentale delle isole Canarie. Passata in senso letterale, perché una linea invisibile sfiora l’isola, nel suo lato più lontano, e va verso l'ignoto. Il principale geografo dell’antichità, Claudio Tolomeo (II secolo d.C.), credeva infatti che questa fosse la più occidentale delle terre emerse, l’ultima prima dell’oceano infinito, e fece passare di qui il meridiano di ferro. Ovvero il meridiano zero, quello dal quale si contano tutti gli altri. La premessa per disegnare le carte nautiche e stabilire un tempo universale di riferimento: il sistema dei fusi orari.

Soltanto nel 1884, un millennio e mezzo dopo, alla conferenza di Washington, gli fu preferito il meridiano di Greenwich. In quegli anni in Inghilterra si stava immaginando un mondo sempre più connesso, percorso in ogni direzione da treni e navi. Un mondo che non poteva più iniziare in un remoto isolotto atlantico.

La storia delle isole fortunate

Quando Tolomeo immaginò qui il primo meridiano, le Canarie erano conosciute col nome meraviglioso di “isole fortunate”, utilizzato da Plinio il Vecchio. Forse scoperte una prima volta dai cartaginesi, vennero avvistate - secondo Erodoto - dai fenici intorno al 600 a.C.. A lungo dimenticate, poi abitate dagli arabi nell'Alto Medioevo, le Canarie entrarono nella grande storia quando - alla fine del XIII secolo - spagnoli e portoghesi cominciarono a circumnavigare l’Africa in cerca della via delle Indie.

El Hierro, un paradiso terrestre dal clima mite tutto l’anno e dalla vegetazione rigogliosa, era una perfetta stazione di sosta. I suoi abitanti, gli indigeni Guanci, la chiamavano Hero, termine che gli Spagnoli per assonanza trasformarono in "hierro", cioè ferro: da qui il nome attuale.

Il legame con il Regno di Spagna - giunto fino ai giorni nostri - iniziò nel 1402, quando il nobile normanno Jean de Béthencourt organizzò la conquista delle isole insieme ad aristocratici ed ecclesiastici spagnoli. L'annessione venne raccontata al mondo dai testi e dalle illustrazioni de La Canarien, vero e proprio diario di viaggio dei protagonisti. Uno dei codici che componevano l'opera, l'Egerton 2709, è stato acquisito dal British Museum nel 1888 ed è attualmente custodito dalla British Library di Londra.

Un'isola affascinante, ricca di passato e futuro

Una volta sbarcati nel modesto Puerto de la Estaca, dove arrivano i traghetti da Tenerife, può cominciare l’esplorazione di El Hierro. Le storie affascinanti del meridiano zero trovano la loro ambientazione naturale al Faro di Orchilla, all’estremità occidentale dell’isola (17° 39′ 46″ da Greenwich). Questo, secondo gli esperti di astrologia, è un punto privilegiato per osservare - a inizio novembre - la costellazione del Toro, che annuncia la fine dell’autunno. Tutto intorno nere terre laviche, di fronte solo l’immensità dell’oceano, libero di espandersi sino alle Americhe.

Innumerevoli volti di marinai e turisti si sono avvicendati, dal 1830 a oggi, nel minuscolo albergo dell'isola, composto da appena tre stanze e riconosciuto come il più piccolo al mondo dal Guinness dei primati nel 1989. L’ hotelito, un tempo dogana di mare al centro del commercio internazionale, sorge su una scogliera di basalto nera affacciata sulle onde. L’arredamento richiama quello di una nave e durante le frequenti tempeste, quando le onde sferzano le finestre a oblò, sembra davvero di essere in mezzo al mare.

L’isola oggi ha un piccolo aeroporto, sufficiente per i flussi di residenti e turisti, collegato a Tenerife: un comodo scalo per giungere sull'isola e apprezzare la sua natura quasi intatta, qualificata come “Riserva della biosfera” dall'Unesco. El Hierro è infatti la casa di specie animali e vegetali uniche, ospitate nelle sue coste punteggiate di agavi e cactus. Due sono principalmente i simboli dell’isola: la Gallotia simonyi, lucertola gigante di cui sopravvivono appena 400 esemplari, secondo la Red List dell'International Union for the Conservation of Nature; e la sabina, un albero secolare che resiste ai venti fortissimi, piegandosi senza spezzarsi.

Il passato è ricco di storie, ma a El Hierro da tempo si lavora anche a progetti decisamente importanti e futuribili. Qui le attività economiche − la pesca, l'agricoltura, l'allevamento – sono declinate in chiave di sostenibilità. Presto El Hierro, nelle intenzioni del Governo delle Canarie, diventerà infatti la prima isola del mondo autosufficiente sul piano energetico, con solo fonti pulite, grazie a un impianto idroelettrico e a uno eolico. Inoltre, tutte le scuole dell’isola hanno aderito al programma Ecocomedores de Canarias, un progetto voluto dal Dipartimento di Agricoltura, Allevamento e Pesca che mira a promuovere una dieta sana e a combattere gli sprechi alimentari.

Non c’è solo la storia in questa piccola, bellissima, tenace isola del meridiano.

Credits

Cover: El Hierro, Roberto Steinert. Distributed under the CC BY-NC 2.0 license on Flickr

Immagine interna 1: El Hierro (8548720), Manolo P. Distributed under the Creative Commons Attribution 3.0 Unported license via Wikimedia

Immagine interna 2: ElHierro3, S. Wetzel. Distributed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license via Wikimedia

Immagine interna 3: El Hierro 2021 - Wacholderwald El Sabinar, Jorbasa Fotografie. Distributed under the CC BY-ND 2.0 license on Flickr

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